Prende vita la joint venture tra Airbus Group e Safran sui lanciatori

Di Michela Della Maggesa

Ha preso consistenza ufficialmente, all’indomani di una importante conferenza ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa), che ha sancito in via definitiva lo sviluppo e la produzione dei nuovi lanciatori Vega-C e Ariane 6, la joint venture tra Airbus Group e Safran, che prenderà il nome di “Airbus Safran Launchers” ed impiegherà, a partire dal 1° gennaio, 450 persone. La decisione assunta dall’Esa in merito ad Ariane 6, fanno sapere in una nota congiunta le due società, “conferma la pertinenza della joint venture”, nata con l’obiettivo di “accrescere la competitività nel segmento e di garantire redditività alla filiera europea legata ai lanciatori spaziali”. Il nuovo soggetto avrà sede a Issy-les-Moulineaux (Parigi) e riunirà l’esperienza di Airbus e Safran sui principali siti produttivi di Francia e Germania. Lo sviluppo di Ariane 6, quale nuovo lanciatore pesante della famiglia Esa, presuppone necessariamente un accordo di massima per trasferire alla nuova entità le azioni di Arianespace, che commercializza Ariane, Vega e Soyuz, detenute dall’Agenzia spaziale francese (Cnes), ovvero la maggioranza. Airbus Group detiene invece circa il 30% della società, mentre l’11% appartiene a Safran. Ad entrare nel capitale della società è interessata anche l’Agenzia spaziale italiana che, forte del successo del Vega lavorerà per avere maggiore spessore all’interno di Arianespace. “Con la joint venture l’industria afferma la sua leadership e il suo impegno a garantire all’Europa accesso autonomo allo spazio”, ha dichiarato Tom Enders, ceo Airbus Group, sottolineando come la ministeriale Esa abbia aperto “un nuovo capitolo su come gestire le ambizioni spaziali dell’Europa”.
“Se vogliamo affrontare la crescente concorrenza internazionale ed evitare di vedere marginalizzato il settore europeo dei lanciatori c’è ancora molto da fare”, ha aggiunto il ceo, ed è per questo che “ci aspettiamo che questa ministeriale funga da catalizzatore per trasformare il modo di operare delle singole Agenzie spaziali nazionali, facendolo interagire maggiormente con l’industria”. Il numero uno ha voluto rivolgere un appello affinchè venga riformulato il processo decisionale in materia di lanciatori e non solo. Sono infatti le agenzie, come il Cnes e la tedesca Dlr che decidono il design dei lanciatori per poi passarlo all’industria che li produce e come terzo passaggio ad Arianespace, che ha il compito di commercializzarli. Per Airbus Group è pertante necessario che l’industria contribuisca direttamente alla riorganizzazione del settore spaziale. “Sono convinto che la nuova realtà garantirà all’Europa indipendenza, flessibilità e competitività – ha detto invece il numero uno di Safran, Jean-Paul Herteman -. Airbus Safran Launchers diventerà un campione mondiale nel settore, capace di aprofittare della crescita del mercato e di servire meglio i clienti istiuzionali e commerciali”. “L’Europa – ha concluso – ha tutti i numeri per correre in testa e garantire a tutta la filiera aeronautica e spaziale consistenti ritorni”. Il settore dei lanciatori genera oggi un giro d’affari stiamto sui 6,5 miliardi di dollari l’anno.
 

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