Secondo quanto riporta il Financial Times, il fondo americano Cerberus ha lanciato un’offerta (ad asta chiusa) per rilevare Alitalia in blocco. A far cambiare idea al fondo, che non aveva presentato un’offerta nei tempi stabiliti, in quanto i termini della gara erano stati giudicati “restrittivi”, le offerte ufficiali arrivate ai commissari straordinari di Alitalia, a cominciare da quelle note di Lufthansa e easyJet, che indicano entrambe la volontà di acquisire solo determinati asset dell’ex compagnia di bandiera. Gli americani si sarebbero dunque detti pronti ad evitare lo “spezzatino” e ad investire tra i 100 e i 400 milioni di euro per il controllo di tutto il vettore, a patto di avviare una “ristrutturazione” di tutto il perimetro aziendale. Per far questo, Cerberus (che essendo un gruppo Usa potrà rilevare solo il 49%) sarebbe disposto a coinvolgere i dipendenti con una partecipazione dell’azionariato. Questa ipotesi era già stata esplorata e caldeggiata anche dall’esecutivo, prima dell’arrivo delle sette offerte messe sul tavolo. A questo proposito a settembre si parlava di una quota tra il 10 e il 20% dei capitale e il resto in mano a partner finanziari e ad un partner industriale, una compagnia extra Ue per non incappare nelle restrizione europee sul controllo. L’intento – ha dichiarato una fonte al Financial Times – è quello di “tenere unito il business per salvare una compagnia aerea italiana e non scegliere solo gli asset migliori”. La gara però è già stata chiusa e sembra difficile capire come possa essere riaperta. Intanto il governo ha rinviato ad aprile la scadenza dei termini per la vendita e alzato a 900 milioni, da 600, il prestito ponte alla compagnia aerea per mantenerne l’operatività. Il fondo americano non è nuovo a questo tipo di imprese, essendo già entrato nel capitale sociale di Air Canada ad un passo dal fallimento.