Alleanze in Europa e sguardo su lungo periodo, Profumo spiega Leonardo che balza in Borsa

Di Michela Della Maggesa

Sulla scia dei risultati annunciati ieri, a mercati chiusi, Leonardo balza a Piazza Affari. Il titolo del gruppo di aerospazio, difesa e sicurezza sale del 9,50% a 9,454 euro per azione.  “Sono fiducioso sul proseguimento della crescita”. Ha dichiarato questa mattina agli analisti, Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, nel presentare loro i risultati del gruppo, che nel 2018 hanno fatto registrare ordini oltre le attese.

“Nel 2018 Leonardo – continua l’a.d., sottolineando l’impegno impiegato per soddisfare le aspettative degli azionisti – ha avuto una partenza molto forte nell’attuazione del piano industriale (2018-2023, ndr) con target raggiunti o superati e questo aumenta la fiducia sugli obiettivi di redditività e di generazione di cassa”.  Leonardo ha chiuso il 2018 con un utile netto in rialzo a 509 milioni di euro e ricavi in aumento del 4,3% a 12,2 miliardi. Per il 2019 il gruppo ha confermato i trend di crescita con un incremento dei ricavi fra i 12,5 e i 13 miliardi. Profumo ha inoltre spiegato che Leonardo ha raggiunto il target di risparmio dei costi annuali di 200 milioni ed è “ben posizionata per la crescita media annua”.

E in un’intervista rilasciata al “Il Sole 24 Ore”, Alessandro Profumo, ha fatto un po’ il punto su Leonardo, attiva nei segmenti civili e militari. “Le due attività – afferma – sono inscindibili. Sia perchè le tecnologie del militare sono decisive per l’evoluzione dell’industria civile, sia perché la redditività della difesa serve a finanziare il resto”. “Il nostro portafoglio, ricco e ben strutturato, ha come focus tre attività: elicotteri, velivoli, elettronica per la difesa. Continueremo così. Certo, nel tempo, dovremo capire come rafforzarci ancora di più’”.

Rispetto alla concorrenza con gli altri player mondiali, più grandi per dimensioni, Profumo – che lo scorso anno ha comprato 100 mila azioni a 9,73 euro, dichiarandosi convinto dell’investimento fatto – ha detto. “Non considerando la holding, il fattore dimensione è fondamentale nei singoli settori. E nei singoli settori abbiamo leadership mondiali”. “Stiamo lavorando per fare quanto il mercato si aspetta: evitare sorprese negative e generare un significativo ammontare di cassa. Io ci credo”.

L’amministratore delegato dichiara inoltre al quotidiano che una struttura manageriale deve muoversi con un orizzonte temporale di lungo termine ed  è – dice – quello che stiamo facendo. “Qui lavoriamo pensando Leonardo tra 15 anni. Tocca ad altri soggetti decidere le nomine al vertice. Le scelte vengono fatte dagli azionisti. Uno dei principali competitor, la francese Thales, ha centrato la propria strategia sul digitale. Tutta la nostra attività è centrata sul digitale. Forse non pubblicizziamo programmi specifici, ma il digitale è la base di ogni iniziativa.”

Nell’intervista è stato toccato anche il tema Fincantieri, con cui Leonardo porta avanti diversi programmi in comune nel settore della difesa. “Fincantieri, che ha fatto un percorso eccezionale di crescita, produce navi. Noi facciamo un lavoro diverso. Grazie all’accordo su Orizzonti sistemi navali (la jv al 51% di Fincantieri e al 49% di Leonardo, che si occupa del programma italo-francese FREMM, ndr) abbiamo compiuto un grandissimo passo avanti, ma resteremo due aziende separate che si muovono in collaborazione”.  Per quanto riguarda la trattativa con la francese Naval per una joint venture nei siluri leggeri, invece, “il percorso è molto chiaro anche se, in questo momento, Leonardo è in attesa degli esiti del confronto interno al mondo francese sulle scelte riguardo la sensoristica. Poi vedremo”. Destini separati anche riguardo l’ex compagnia di bandiera.  Profumo non vede infatti alcun significato strategico che giustifichi un eventuale investimento.

Passando ai singoli programmi e ai settori, Alessandro Profumo ha ribadito al Sole che gli elicotteri, sono un punto di forza del gruppo. “Già oggi – spiega – siamo leader negli elicotteri per utilizzi civili. Continueremo a crescere, ma per linee interne, finanziando progetti che possono dare soddisfazioni adeguate. Un esempio è l’AW 609, un oggetto fantastico”. Focus anche sul settore unmanned . “Già oggi disponiamo di due modelli a guida remota. In piu’ la divisione elicotteri sta cominciando a ragionare su un altro progetto affascinante: l’automobile a decollo verticale”.

Leonardo partecipa inoltre con Germania, Francia, Spagna al programma EuroMALE, a guida tedesca, in cui verrà coinvolta anche Piaggio Aerospace (controllata dal fondo Mubadala, ndr), dove Leonardo è creditore per circa 115 milioni, ma il credito  – si spiega  – è una partita separata che non pesa nulla sul bilancio del gruppo, perchè è stato svalutato. “A noi – aggiunge – di Piaggio interessa la parte manutenzione motori, che occupa il 40% circa dei dipendenti ed è fondamentale per l’Aeronautica Militare italiana”.

Nel Regno Unito, uno dei mercati domestici di Leonardo, il gruppo partecipa anche ai lavori per il nuovo caccia Tempest e Profumo spera che il programma venga aperto alla partecipazione di altri Paesi. “Auspico – ha detto – la convergenza con francesi e tedeschi (che hanno lanciato il programma FCAS, a guida francese, ndr). Tra i vari Paesi ci sono visioni diverse ma, alla fine, secondo l’.ad., prevarrà l’interesse comune e si arriverà ad una strategia unica. “Nella difesa è condizione necessaria per ottenere risultati migliori”. E su quello che viene definito l’asse Parigi-Berlino, Profumo pensa che questo non danneggi l’Italia, anche se occorre che l’Italia abbia politiche attive sia con Francia e Germania, sia con Regno Unito e Spagna. “Non solo. Vanno costruiti sistemi di alleanza con i Paesi del centro Europa”.

Francia e Germania stanno studiando anche il nuovo carro armato europeo. “Non è stato ancora deciso a chi affidare questo importante  progetto – ha detto -. Noi abbiamo competenza nell’elettronica e nei carri armati con Oto Melara. Vedremo.” Leonardo, afferma profumo, ha, anche in questo caso, le carte in regola per affiancarsi al progetto avviato dai due Paesi.

Per quanto riguarda, infine, la trasferta negli Stati Uniti del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, l’amministratore delegato ritiene sia stata utile “perchè nel mercato della difesa è decisivo dare visibilità e supporto al sistema Paese. “Dal canto nostro – continua – Leonardo è uno strumento importante di politica internazionale. In Usa Leonardo controlla Drs, che spiega Profumo si è confermata “difficile da integrare nel gruppo, ma non sarà venduta”. “Drs ci permette di partecipare a programmi classificati, in cui occorre dare garanzie particolari. Quello degli Stati Uniti rappresenta per Leonardo il 28% del fatturato complessivo. L’azienda è stata interamente ristrutturata e oggi va verso una redditività a due cifre”.

 

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