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Nuova puntata nella “guerra dei cieli”. Anche la compagnia aerea americana Jet Blue si è schierata contro Delta, United e American Airlines, che vorrebbero limitare l’accesso al mercato domestico alle compagnie del Golfo, a loro volta accusate di godere di sussidi governativi. In una lettera al segretario di Stato per il commercio e i trasporti, Jet Blue ha difeso apertamente gli accordi di Open Skies, sollecitando il Transportation Department (DoT) a non assumere un atteggiamento eccessivamente protezionistico ed ha accusato i vettori americani in questione di attentare alla competizione, attraverso politiche ritenute eccessivamente restrittive nei confronti delle altre compagnie. Dopo le “blasonate” Etihad Airways, Emirates e Qatar stavolta è stata una low cost statunitense a scagliarsi apertamente contro i primi tre vettori al mondo – per profitti annuali -, accusandoli di godere di benefici governativi a scapito della concorrenza.
Anche la compagnia basata a New York, che opera voli nazionali e internazionali negli Stati Uniti e verso l’America centrale e Caraibi con velivoli Airbus A320 e Embraer 190, si sente minacciata dalla situazione, innescata a inizio anno da Delta, United e American, che avevano accusato Emirates, Etihad e Qatar di aver creato, sia negli Emirati che in Qatar, grazie a sovvenzioni statali, un mercato distorno a cui i vettori Usa non potevano aver accesso e chiesto parallelamente al governo di limitare la capacità di questi vettori nei collegamenti verso gli Stati Uniti. “Delta, United e American dicono che li stiamo danneggiando”. Ha dichiarato il ceo di Qatar Airways, Akbar Al Baker, pochi giorni a fa a Roma per presentare la strategia di crescita del vettore basato a Doha in Italia. “Non è vero, perché i nostri network non si sostituiscono ai loro. I vettori Usa ci attaccano e non potendo offrire ai loro passeggeri i nostri stessi livelli di servizio vogliono limitare gli accordi di Open Skies”.