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Non solo Cina. Dopo le stime del costruttore italo-francese, che vedono un’esigenza di circa 300 nuovi aeromobili regionali (70 nel segmento 50 posti e 230 in quello 70 posti) entro il 2037 su quel mercato, ATR ha presentato a Tokyo le previsioni per il Giappone. In particolare, si calcola un’esigenza di 100 aerei turboprop da qua al 2025.  Le macchine serviranno sia per innovare le flotte esistenti sia per attivare nuovi collegamenti per rispondere allo sviluppo del turismo e all’esigenza di nuove connessioni regionali.

“Il Giappone – ha dichiarato il ceo di ATR, Stefano Bortoli -, è un mercato che da grande importanza a tecnologie allo stato dell’arte, all’efficienza e alla protezione ambientale. Con i suoi bassi costi operativi, il suo basso impatto ambientale e una cabina moderna, la serie ATR -600 è ideale per rispondere a queste esigenze”. La serie -600 è operativa in Giappone con Japan Air Commuter,  cliente di lancio della serie -600 nel Paese asiatico, che a giugno scorso ha convertito un ordine per un ATR 42-600 in uno per un ATR 72-600.

“Nel settore dell’aviazione regionale giapponese siamo adesso ben posizionati – ha aggiunto il ceo – e intravediamo un importante potenziale di crescita per il prossimo decennio. Connettendo piccole e isolate comunità, si incrementerà il turismo locale e la celebrazione di due importanti eventi sportivi aumenterà il numero dei voli regionali in Giappone”. Ad oggi ATR (50% Leonardo 50% Airbus) ha venduto oltre 170 turboelica a 200 operatori, distribuiti in 100 Paesi.