ATR punta a crescere in tutta l’Asia Pacifico

Di Michela Della Maggesa

Anche il costruttore ATR, che per domani ha annunciato la firma di un contratto, sta partecipando al salone di Singapore, forte di stime che vedono un grande potenziale di crescita per la società italo-francese in tutta la regione dell’Asia pacifico. Escludendo la Cina, la domanda di velivoli turboprop sarà di circa 750 unità nei prossimi 20 anni.

Ad oggi nella regione Asia Pacifico sono operativi 420 (99 in Indonesia, 47 in Malesia, 46 in India e 34 in Myanmar) dei circa 1.200 aerei ATR utilizzati in tutto il mondo.  “La regione si sta sviluppando rapidamente e necessita di ulteriore connettività per guidare la crescita economica”, ha detto Christian Scherer, ceo ATR. “Molte città hanno bisogno di nuovi servizi aerei e ancora molti posti non sono connessi. Nel 2017 – ha aggiunto – i nostri aerei hanno creato 70 nuove rotte”. Sia l’ATR 72-600 e l’ATR 42-600 sono della giusta dimensione per molte delle destinazioni asiatiche, sottolinea il costruttore, spiegando che il velivolo è anche in grado di operare da aeroporti con piste corte, impossibili da utilizzare da parte di altri aeromobili.

A Singapore è presente anche il rivale Bombardier, che si aspetta per il 2018 vendite superiori di quelle registrate nel 2017. Il costruttore canadese ha ricevuto per il suo turboprop, il Q400, 41 ordini fermi, contro i 113 di ATR. Da Singapore è poi arrivata la notizia della firma, da parte della divisione servizi di Boeing, di un accordo da circa 1 miliardo di dollari per la fornitura di servizi di addestramento e manutenzione. Il costruttore americano punta a triplicare i ricavi della divisione, portandoli a 50 miliardi di dollari in pochi anni.