ATR: un 2015 che soddisfa Finmeccanica e Airbus Group

Di Michela Della Maggesa

PARIGI – “Siamo soddisfatti dei risultati della joint venture. I partner stanno lavorando bene, sia da un punto di vista tecnologico che commerciale”. Così Patrick de Castelbajac, amministratore delegato di ATR, durante le presentazione alla stampa dei risultati annuali della joint venture paritetica tra Finmeccanica e Airbus Group, che ha chiuso il 2015 inanellando una serie di successi che consentono rosee previsioni anche per il 2016: oltre 90 consegne e ordini attorno ai 100 aeromobili. Intanto nel 2015 è stato registrato un nuovo fatturato record, pari a 2 miliardi di dollari (nel 2014 erano stati 1,8). Buona annata anche sul fronte consegne: 88 velivoli, con un incremento del 72% rispetto alle 51 consegne del 2010. Ma c’è di più. La joint venture ha raggiunto 76 ordini fermi (65 ATR 72-600 e 11 ATR 42-600) e 81 opzioni ed ha aggiunto alla propria base clienti, una delle maggiori al mondo con 200 operatori, 12 nuovi vettori, incluso il primo operatore giapponese, Japan Airlines, che ha acquisito 8 ATR 42-600. A fine anno il portafoglio ordini del costruttore vale 6,6 miliardi di dollari, pari a circa 260 aerei e 3 anni di produzione.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati e delle performance del 2015, un anno non semplice per l’industria aeronautica”. Ha detto Patrick de Castelbajac. “Sebbene il clima economico sia particolarmente difficile in Paesi e regioni importanti per il nostro business, come il Brasile, nostro secondo mercato, particolarmente colpito dal prezzo del petrolio, siamo riusciti a consolidare il nostro successo commerciale con le compagnie aeree regionali. I nostri risultati dimostrano che l’appeal dei nostri aerei va ben oltre il loro basso consumo di carburante. Nonostante il calo del prezzo del petrolio, sia i nuovi clienti sia quelli già acquisiti hanno riposto la loro fiducia in ATR sottolineando l’enorme versatilità, la modernità e il livello di comfort degli ATR di ultima generazione. Nel 2015 abbiamo intrapreso un significativo processo di revisione della società per essere ancora più vicini ai nostri clienti e più efficienti a livello industriale e nello sviluppo dei nostri prodotti e i risultati ottenuti nel 2015 rappresentano i primi frutti di questo lavoro”.

“Con gli ATR – ha detto il ceo, spiegando come il velivolo sia leader di mercato nella categoria dei velivoli regionali turboprop sotto i 90 posti con una quota di mercato del 77% – sono state create nel 2015 cento nuove rotte, 460 dal 2010, grazie soprattutto ai bassi costi di utilizzo del velivolo”, per questo le stime sono più che ottimistiche su tutti i fronti. Obiettivo di breve termine della joint venture è di sviluppare ulteriormente il prodotto – specie per quanto riguarda l’avionica (è in sviluppo con Elbit Systems il nuovo Clearvision Enhanced Fligh Vision Systems la cui certificazione è prevista nel 2017) e la riduzione ulteriore dell’impatto ambientale – e il consolidamento della produzione e portafoglio. “Il ramp-up di produzione procede spedito – ha detto Patrick de Castelbajac e pensiamo di aumentare anche il numero di addetti, saliti di 50 unità a Tolosa nel 2015”. Nel 2015 le cancellazioni ammontano a 8 velivoli, a causa di alcuni ritardi nelle forniture verso fine anno, che la società conta di affrontare nei prossimi mesi. “Stiamo lavorando con tutti i nostri fornitori per andare incontro al ramp-up di produzione”. Ha detto in proposito il ceo.

Tra le novità del 2015 l’apertura di due nuovi uffici a Tokio e Beijing e le certificazioni per i due nuovi modelli di cabina: la “High Density”, che ha portato la capacità massima a 78 posti e la “Cargo Flex”, che coniuga il trasporto di 44 passeggeri e una capacità di carico merci fino a 20 metri cubi. Per quanto riguarda i  nuovi mercati ATR conta di avere un grande potenziale di crescita in India, dove è atteso un boom del trasporto aereo, in Africa, Iran e di arrivare in Cina. “In Cina siamo supportati da Airbus”, ha detto il ceo, spiegando come il Paese necessiterà di molti velivoli regionali entro pochi anni. “La flotta regionale in Cina rappresenta oggi solo il 5% di tutti i velivoli, mentre nel resto del mondo è il 25%, per questo ci aspettiamo una grande domanda”. Ancora nel cassetto il 90 posti, progetto allo studio da parte degli azionisti. “E’ un progetto di medio-lungo periodo su cui oggi non c’è nessuna attività”, ha detto Patrick de Castelbajac, lasciando intendere che gli azionisti non hanno abbandonato definitivamente il programma che, tuttavia potrebbe mutare nella forma, magari con una versione ancora più grande.