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La Nato ha da oggi un nuovo centro per la sicurezza del Mediterraneo. Si è tenuta questa mattina a Napoli, presso la base di Lago Patria, l’attivazione del cosiddetto “Hub per il sud”, la nuova direzione strategica dell’Alleanza per il fianco meridionale fortemente voluta dal ministro della Difesa Roberta Pinotti.

La cerimonia
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza dell’ammiraglio Usa Michelle Howard, comandante del Nato Allied Joint Force Command (Jfc) di Napoli, all’interno del quale opererà il centro, e di Alejandro Alvargonzalez, assistente del segretario generale Jens Stoltenberg per la politica di sicurezza. “Cinquant’anni dopo l’apertura delle porte del quartier generale di Bruxelles – ha spiegato la Howard – l’Alleanza affronta oggi un ambiente securitario dinamico; tale cambiamento ci ha portato all’Hub, un nuovo strumento per potenziare la nostra comprensione del Medio Oriente e del Nord Africa”. Come Alleanza, ha ribadito l’ammiraglio Usa “è chiaro che conosciamo il valore del lavoro in team, e l’Hub dovrà operare in concerto con alleati e partner. Abbiamo l’opportunità di formare una comunità per condividere capacità ed esperienze, scambiare informazioni e intraprendere la strada per un futuro migliore”.

Il commento di Paolo Alli
“Ciò che emerge è la scelta politica: per la prima volta, la Nato riconosce formalmente l’importanza del fianco sud”, ha detto ad Airpress il presidente dell’Assemblea parlamentare della Nato Paolo Alli. “Non si limiterà al terrorismo – ha spiegato – ma esaminerà a tutto tondo i disagi che colpiscono la sponda sud, le cause politiche, culturali e socio-economiche, con un sistema che tenderà alla radice dei problemi e a individuare le scelte migliori per la loro risoluzione”. L’Hub, che conta attualmente un operativo di 90 unità tra civili e militari, raggiungerà la piena operatività entro la fine dell’anno.

Le funzioni dell’Hub
L’obiettivo è “mettere a disposizione della Nato un centro di raccolta e condivisione di informazioni che facilitino la comprensione dell’ambiente e permettano di prendere decisioni fondate su informazioni circostanziate in tempi rapidi”, aveva spiegato proprio la Howard alcuni giorni fa. Si tratta dunque di una direzione strategica che avrà compiti di monitoraggio e previsione sulla zona più calda per la sicurezza dell’Europa, che comprende non solo il Medio Oriente, ma anche tutto il Nord Africa, il Sahel e l’Africa Sub Sahariana. “C’è un chiaro interesse su questa regione – aveva detto la Howard – che va avanti da almeno un paio d’anni: abbiamo bisogno di un’unità che possa occuparsene, guardando a cosa succede in quest’area e dire ok, qui abbiamo l’opportunità di fare qualcosa o di impedire che qualcosa succeda”.

L’Hub, ufficializzato dalla ministeriale difesa dello scorso febbraio ma concepito nel corso del vertice di Varsavia del 2016, è frutto di un ri-orientamento complessivo dell’Alleanza, su cui ha influito non poco la nuova presidenza americana. Rispetto all’amministrazione precedente, la squadra di governo di Donald Trump, con il segretario alla Difesa James Mattis in testa, ha premuto da subito per una maggiore attenzione al terrorismo e alle minacce che vengono da sud, incontrando il sostegno degli alleati meridionali e dell’Italia in particolare.

Il ruolo dell’Italia
Non a caso, l’attivazione odierna era stata preceduta alcune settimane fa dall’incontro, al Meeting di Rimini, tra il ministro degli Esteri Angelino Alfano e il segretario generale Jens Stoltenberg (in foto). “L’Alleanza atlantica – aveva detto il numero uno della Farnesina – va rapidamente orientata più verso Sud per respingere pericoli e minacce concrete e geograficamente vicine. Su impulso dell’Italia questo ri-orientamento sta già in parte avvenendo, come dimostrato dalla creazione dell’ Hub per il Sud”. La collocazione a Napoli e la scelta di un generale italiano per la guida del centro appare dunque, ha aggiunto Paolo Alli, “un segnale di fiducia nei confronti dell’Italia e di quello che ha sempre dato alla Nato e alle missioni internazionali”.