Un gruppo di cyber criminali avrebbe rubato informazioni non classificate della Difesa australiana sul programma F-35 Joint Strike Fighter e su altre questioni militari.
VIOLATO UN CONTRACTOR
Il furto di circa 30 gigabyte di documenti – ha riferito in una conferenza stampa tenutasi a Sidney l’Australian Signals Directorate (Asd), l’intelligence estera del Paese responsabile per Sigint e Infosec, ripresa da ZDNet – sarebbe avvenuto lo scorso anno attraverso la violazione della rete di un contractor.
SOLO DATI COMMERCIALI
Nell’attacco informatico, come detto, non sarebbero state trafugate informazioni ‘top secret’, ma alcuni dati commerciali comunque riservati. Ciò fa pensare che possa essersi trattato di un’offensiva con movente economico (spionaggio industriale ad esempio), ma non è escluso il coinvolgimento di una nazione (alcuni media ipotizzano un coinvolgimento cinese).
IL COMMENTO DI TRICARICO
Per il generale Leonardo Tricarico – già capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare italiana e oggi presidente della Fondazione Icsa – di chiunque siano le responsabilità, l’attenzione degli hacker verso il materiale militare non deve stupire. “Non si tratta di nulla di nuovo”, ha spiegato a Cyber Affairs. “Per fortuna sembra che tra i dati sottratti all’Australia non vi siano informazioni particolarmente delicate, ma questa vicenda insegna che non bisogna abbassare la guardia su questi temi: bisogna aumentare le difese, investire in cyber security e indagare su questo e altri episodi, tenendo conto che lo scambio di informazioni tra alleati è condizione essenziale per avere maggiori chance di protezione in un dominio senza confini come quello cibernetico”, conclude il generale.
LE ALTRE INFORMAZIONI SOTTRATTE
Oltre ad alcuni dettagli sul caccia Jsf, scrive ancora ZDNet – il primo a dare la notizia – sarebbero stati rubati anche dati sull’aereo da pattugliamento marittimo Boeing P-8 Poseidon, quello da trasporto tattico militare Lockheed Martin C-130, le bombe guidate JDAM, e su altri sistemi d’arma.