Avio Aero e Politecnico di Bari inaugurano centro 3D per motori aerei

Di Redazione Airpress

Si chiama Apulia Repair Development Centre For Additive Repairs, il laboratorio tutto italiano che ricorre alla stampa 3D per riparare i motori aerei. Il centro è nato grazie alla collaborazione tra Avio Aero, azienda aeronautica del gruppo General Electric e il Politecnico di Bari, esempio di quella partnership tra mondo industriale e accademico tanto professata negli ultimi tempi. Il centro pugliese rientra tra gli obiettivi previsti dal Protocollo di i intesa che Avio Aero, il Mise e le Regioni Puglia, Piemonte e Campania hanno firmato lo scorso marzo. Proprio il Protocollo prevedeva infatti finanziamenti (per la Puglia si erano prospettati 100 milioni di euro) per la ricerca industriale, lo sviluppo sperimentale e l’innovazione dei processi produttivi.

Come riporta AvioNews, “le tecnologie principali utilizzate in questo laboratorio sono due: la prima è la Powder Fed Laser Deposition, in atmosfera inerte per la riparazione di componenti di leghe TiAl. L’altra è la tecnologia Cold Spray: la deposizione delle particelle sul substrato non avviene per fusione delle stesse ma per deformazione meccanica, grazie all’elevata energia con cui agiscono sul metallo base”.

“Obiettivo del centro è definire, sviluppare e sperimentare processi di riparazione innovativi” ha detto il responsabile dell’ingegneria di Avio Aero Giorgio Abrate, come riporta Ansa. Proprio Abrate, ha presentato il laboratorio con il rettore del Politecnico di Bari Eugenio Di Sciascio e l’assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia Loredana Capone, a testimonianza di un’unione di intenti tra settore privato, pubblico e università. Per l’azienda del gruppo GE, il centro è parte di un più ampio processo di trasformazione in senso digitale, ribadita a fine settembre dal numero uno Riccardo Procacci e accompagnata, negli stessi giorni, dalla presentazione del piano di governo Industria 4.0. Nel 2017 il centro lavorerà principalmente sulle pale turbina e sugli involucri in lega leggera delle scatole comando accessori. Il lavoro riguarderà componenti di diversi motori, tra cui il GE90, che motorizza il Boeing 777 e il GEnx operativo sui 787 Dreamliner e 747-8. “A fine 2015 si contavano 50mila velivoli per il trasporto civile. Tra dieci anni saranno 70mila, ovvero 20mila unità in più”, ha detto Abrate descrivendo un settore in forte crescita.

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