Sono stati completati a Voronezh (Russia) i test con prova a fuoco del dimostratore del nuovo motore Mira, sviluppato e realizzato da Avio in collaborazione con KBKhA. Il dimostratore è sviluppato dalle due aziende nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo patrocinate dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) con un accordo specifico con l’Agenzia spaziale russa Roscosmos, per la costruzione di motori spaziali ad ossigeno-metano. “Il Mira – ha dichiarato l’ad di Avio, Pier Giuliano Lasagni – è un esempio di grande successo di collaborazione internazionale per lo sviluppo di nuove applicazioni in campo spaziale, oltre che la dimostrazione dell’efficacia della strategia di Avio per lo sviluppo di nuovi prodotti nel rispetto dei limiti di sostenibilità. Il successo dei test conferma lo straordinario livello tecnologico di Avio dimostrando, ancora una volta, l’eccellenza dell’industria italiana nel settore aerospaziale a livello internazionale. Siamo certi che l’adesione dell’Agenzia spaziale italiana alla continuazione del programma preparatorio e di sviluppo delle tecnologie per le evoluzioni di Vega offrirà grandi opportunità per consolidare il ruolo di Avio in Europa”. Mira è un innovativo motore ad ossigeno e metano, con una spinta di 7,5 tonnellate e una capacità di effettuare accensioni multiple. Nel corso della campagna di test a fuoco, iniziata lo scorso maggio, il motore ha raggiunto pienamente gli obiettivi di progetto prefissati. È stata inoltre testata, attraverso la verifica delle funzionalità, la turbo pompa metano e la piastra di iniezione sviluppati da Avio per la propulsione liquida ad ossigeno-metano. Il motore è stato progettato per l’uso di propellenti ecologici come l’ossigeno liquido e il gas naturale liquefatto e permette di ottenere, oltre a una minore complessità del ciclo termodinamico e minori costi di fabbricazione, anche un miglior bilancio di spesa energetica globale. La conclusione della campagna di fuoco, realizzata attraverso la prestigiosa collaborazione internazionale italo-russa, può essere considerata una pietra miliare nello sviluppo della propulsione liquida ad ossigeno-metano per applicazioni spaziali.