Bene sull'industria, ma il resto è Tweet spot

Di Angelo Tofalo Luca Frusone

“Siamo in attesa del Libro bianco della difesa, in attesa perché l’opuscolo approvato non può assolutamente essere definito tale. Le mancanze in quelle poco più di sessanta pagine sono imbarazzanti. Il quadro strategico rimane vago e non viene definito un singolo scenario con eventuali sviluppi e possibili minacce. Il tutto viene liquidato con due macro regioni, quella euro-atlantica e quella euro-mediterranea che dalla lettura del documento pare non abbiano significative differenze. Il Libro bianco della difesa è dunque l’ennesimo “tweet spot” di questo governo. Si rimanda tutto in documenti più tecnici e dettagliati che solo lo stato maggiore della Difesa potrà approfondire e implementare. Dopo quelli del 1977, del 1985 e del 2002, arriva un documento che si preoccupa esclusivamente di sottolineare la supremazia della politica nelle decisioni della difesa, supremazia che invece viene data ai militari. Un tweet di 68 pagine dunque il cui reale futuro applicativo non dipenderà dal Parlamento o dal governo ma principalmente dallo stato maggiore della Difesa. Molte delle cose introdotte, vedi l’istituzione di una Riserva operativa o l’arruolamento di volontari richiederanno ingenti risorse, risorse che il governo attuale ci ha già dimostrato non voler spendere in tal direzione (vedi dl Antiterrorismo).
Inoltre potrà capitare che le leggi e i regolamenti contenuti nel Libro potranno non essere recepiti e armonizzati in futuro dalla politica stessa. Gli obiettivi che questo Libro dovrebbe fissare si limitano a una enunciazione dei compiti delle Forze armate. Governance, prontezza delle Forze armate e forze di riserva, tutti aspetti che potrebbero essere innovativi, ma mancano, come detto, modalità e mezzi per renderli tali. Preoccupante poi è l’aspetto sugli assetti proprietari in materia di tecnologie pertinenti alle competenze sovrane che possono essere sacrificati nonostante la loro importanza. Ci rendiamo conto che è pressoché impossibile esaurire tutti gli argomenti di sicurezza e difesa in un solo documento, ma diventa difficile anche scrivere un documento più generico di questo proposto. Più di 60 pagine dunque che avrebbero dovuto definire il ruolo, le reali dimensioni e prospettive del “sistema difesa” in quello che ormai viene definito dal mondo dell’intelligence il sistemaPaese. Unica nota più certa rispetto ad altre è la rilevanza del ruolo dell’industria che viene inquadrato in maniera molto dettagliata e incisiva. Restiamo in attesa del Libro bianco della difesa…”

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