C’è anche l’italiana Domitilla Benigni tra le cinquanta donne più influenti nel campo della cyber-security del Vecchio continente. La chief operating officer del Gruppo Elettronica è stata inserita nella classifica stilata dal magazine britannico SC, testata specializzata nei temi della sicurezza informatica, dal titolo “50 Women of Influence in Cyber-security Europe”.
LA MOTIVAZIONE
La motivazione: “Domitilla Benigni è il coo di Elettronica, leader mondiale nella guerra elettronica che comprende la controllata focalizzazione su cyber-intelligence e cyber-security Cy4Gate. Domitilla è già stata riconosciuta in Italia e in Europa come ingegnere altamente qualificato e manager, e il suo desiderio di favorire l’aumento delle donne nelle disciplina della sicurezza informatica l’ha portata ad aderire, come membro fondatore, all’iniziativa Women4Cyber”. Lanciata lo scorso anno con il patrocinio nella Commissione europea, Women4Cyber è stata formalmente inserita a gennaio di quest’anno nell’ambito della European cyber security organisation (Ecso), partenariato pubblico-privato. Il progetto ha fatto il suo ingresso in Parlamento lo scorso settembre, con l’evento alla Camera “Cyber parità”, promosso dalla vice presidente Mara Carfagna con la partecipazione del ministro delle Pari opportunità Elena Bonetti. In quell’occasione, la Benigni dotava che “le donne sono purtroppo ancora sotto-rappresentate nelle cosiddette discipline Stem”, acronimo con cui si indica la scienza, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica.
LA SITUAZIONE
“Solo il 28% dei ricercatori in tutto il mondo è donna”, tra l’altro in “discipline che abilitano alle professioni del futuro”. Per questo, ha aggiunto la co-fondatrice di Women4Cyber, “dobbiamo guardare al futuro: e il cyber è il futuro; dobbiamo immaginare e prepararlo per i nostri figli perché, come ricorda l’Onu, il 65% delle donne e dei bambini del futuro saranno impegnati in professioni che oggi non esistono, e molte di queste saranno sicuramente frutto della digitalizzazione”. È la cosiddetta economia dei dati, la ricchezza del nuovo millennio. Già lo scorso anno, nel report “Geopolitica del digitale” realizzato con Ambrosetti, Elettronica notava che il prossimo anno i dati disponibili saranno dieci volte quelli attuali, per un valore della “data economy” che già oggi si attesta sui 60 miliardi di euro in Europa.
LE OPPORTUNITÀ
“La digitalizzazione e i rischi e le opportunità collegate al cyber stanno dunque procedendo molto velocemente”, ha rimarcato Benigni. Eppure, “le donne professioniste nel settore cyber a livello globale sono solo il 20%”, sebbene “in grande crescita se si pensa che erano l’11% sei anni”. Il dato lascia dunque trasparire “grande ottimismo”. Difatti, “da qui al 2021 ci saranno globalmente circa 3,5 milioni di posti di lavoro globali non coperti nella cyber-security, mentre entro il 2022, l’Europa dovrà affrontare una carenza di competenze sulla sicurezza informatica di 350mila lavoratori”. E da questo che occorre partire per colmare il doppio gap dell’empowerment femminile. Come fare? “Innanzitutto lavorando sulla formazione, quando alle donne viene data l’opportunità di formarsi riescono ad eccellere”, ha notato Benigni. Difatti, ha aggiunto, “le donne che lavorano nelle professioni cyber hanno per il 52% un titolo universitario di secondo livello, contro il 44% degli uomini”.