Brexit: i vettori si preparano alla fuga

Di Michela Della Maggesa

La compagnia britannica easyJet, che già in passato aveva espresso timori riguardo le conseguenze della Brexit, ha annunciato di aver fatto richiesta di rilascio del Coa (Certificato di operatore aereo) e della licenza di operatore aereo ad “Austro Control” e al ministero federale per i trasporti austriaco. Obiettivo finale, la creazione di una nuova compagnia aerea, con base a Vienna, che prenderà il nome di easyJet Europe, in grado di operare in Europa anche dopo la Brexit, indipendentemente dagli accordi che verranno siglati tra Regno Unito e Unione europea sui diritti di volo. La nuova realtà servirà a tutelare i diritti di volo della low cost britannica. “Il processo di certificazione è ormai a buon punto ed easyJet conta di ricevere il Coa e la licenza a breve”, ha precisato la low cost. “Le persone e gli aeromobili che voleranno per easyJet Europe sono già assunti e basati in Paesi EU27” precisa ancora la nota della compagnia. Nel dettaglio, easyJet Europe conterà 100 aeromobili e 4.000 dipendenti. Alla fine di questo percorso, easyJet diventerà un gruppo con tre compagnie aeree, con basi in Austria, Svizzera e Regno Unito. Tutte e tre le realtà faranno capo a easyJet plc, quotata alla borsa di Londra, a controllo di maggioranza europeo. Intanto, a luglio, “Carolyn McCall ha informato il consiglio di amministrazione della sua intenzione di lasciare easyJet per divenire amministratore delegato di itv”, ha comunicato il vettore. Itv ha da parte sua informato che McCall, che ha diretto il gruppo editoriale Guardian Media prima di approdare a easyJet, prenderà le redini del gruppo l’8 gennaio 2018. La manager ha guidato la compagnia aerea dal 2010, portandola a dominare i cieli europei assieme alla “storica” rivale Ryanair. E anche quest’ultima ha lasciato intendere la possibilità di trasferire altrove tutto o parte dei propri aerei basati nel Regno Unito, qualora, dopo la Brexit, dovessero permanere condizioni di incertezza. La compagnia, che ha almeno 90 aerei dislocati nel Regno Unito, ha ribadito di essere preoccupata dall’incertezza che circonda l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea dal 2019, soprattutto rispetto all’eventualità che la Gran Bretagna rimanga o meno all’interno del programma Open Skies dell’Ue. C’è in particolare il timore che non ci sia né il tempo né la volontà di mettere a punto un accordo bilaterale e che l’indecisione politica possa causare disordine nella pianificazione delle operazioni di volo. “Come tutte le compagnie aeree abbiamo bisogno di chiarezza su questo punto in vista della stagione estiva 2019, che deve avvenire entro il secondo trimestre 2018”. Spiega la compagnia in un comunicato stampa. “Se non dovessimo ricevere conferme riguardo le basi legali per le operazioni di volo tra Regno Unito ed Europa entro l’autunno 2018 – prosegue la nota – potremmo trovarci costretti a cancellare voli e trasferire alcuni, o tutti i nostri aerei dalle nostre basi in UK in Europa continentale a partire dal mese di aprile 2019”.

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