Accampare inconvenienti conseguenti alla fusione Carabinieri-Guardia Forestale in materia di spegnimento degli incendi boschivi è, come spesso accade in Italia, guardare al dito anziché alla luna. Altri sono i veri problemi, vecchi e nuovi, cui un giorno o l’altro bisognerà metter mano. Innanzitutto le dinamiche che governano le procedure di emergenza: è previsto che le Regioni debbano provvedere ad affrontare l’emergenza incendi con mezzi propri, salvo richiedere l’intervento del governo centrale, (leggasi Canadair dei Vigili del Fuoco) quando le proprie capacità si rivelino inadeguate.
Orbene, si verifica che i Canadair vengano spesso allertati quando la situazione è compromessa o largamente fuori controllo. Quali siano i motivi degli allarmi tardivi non si sa, e tuttavia è lecito pensare a procedure di coordinamento poco oliate e a rugosità lungo la catena gerarchico funzionale. Sempre le Regioni poi, come è lecito immaginare, anche in materia emergenziale non hanno raggiunto uno standard capacitivo accettabile; in questo contesto svetta la Sicilia, quest’anno totalmente priva di mezzi aerei e andando in questo a fare buona compagnia a Umbria e Abruzzo, che però hanno il vantaggio di avere i Canadair a portata di mano in caso di necessità. Inoltre, la legge che ha comportato il transito delle responsabilità dello spegnimento degli incendi boschivi dalla Protezione Civile ai Vigili del Fuoco, ha previsto anche che la gestione operativa dei mezzi aerei rimanesse al Coau, ossia alla sala controllo della Protezione Civile. E questo ha inserito nel sistema di allertamento un passaggio aggiuntivo, dovendo la presidenza del Consiglio, ogni volta che emerga la necessità di impiegare un mezzo aereo, interpellare i Vigili del Fuoco per averne la disponibilità. Passaggio anche questo che innesca ritardi e talvolta valutazioni non collimanti tra le due istituzioni.
Tornando invece alle presunte difficoltà causate dal transito del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri, le stesse sono da considerare irrilevanti se non nulle. Più in particolare, la flotta dei pochi elicotteri AB 412 in forza ora all’Arma è afflitta dagli stessi problemi di tutte le componenti aeree dei Corpi dello Stato, quali scarsa manutenzione causata spesso da gelosie istituzionali e dalla conseguente presunzione di ognuno di fare tutto con le proprie forze, astenendosi accuratamente dal mettere in comune le attività possibili, manutenzione inclusa. E questa anomalia non è evidentemente venuta meno per il semplice passaggio di dipendenza istituzionale.
Stesso discorso per gli altri mezzi aerei transitati dall’Arma ai V.V.F.. In particolare, i 4 elicotteri S. 64 ceduti ai Vigili continuano ad essere aggravati dagli stessi problemi manutentivi e, soprattutto, dall’indisponibilità di equipaggi. Tutto il resto è polemica italica, inconsistente e messa in circolazione da soggetti poco familiari con la materia. E pensare che il nostro Paese è leader nel settore dello spegnimento degli incendi boschivi per professionalità e capacità operativa, e di questo si potrebbe avvalere per porsi come nazione-guida nella creazione di una organizzazione europea del settore, contribuendo così anche a risolvere un problema purtroppo ricorrente, vedasi la tragedia che ha colpito il Portogallo lo scorso mese di giugno.