CeSI: l’Algeria guarda alla Cina per potenziare lo strumento aereo militare

Di Michela Della Maggesa

Secondo fonti di stampa, l’Algeria sarebbe orientata all’acquisizione dello UAV di classe MALE “Cai Hong 4”, prodotto dalla China Academy of Aerospace Aerodynamics. Il velivolo senza pilota sarebbe in fase di test da alcuni mesi, durante i quali avrebbe collezionato un paio di incidenti. Ispirato alle linee del MQ-9 Reaper, il drone cinese destinato al’esportazione è stato presentato per la prima volta allo Zuhai Air Show nel 2012. L’unmanned ha un peso al decollo di 1,3 tonnellate, un carico utile di 350 kg, un’apertura alare di 18 metri ed una lunghezza di 8,5. Secondo il produttore, la velocità massima sarebbe di 235 km/h, l’altitudine operativa massima di 3.500 mt, il raggio d’azione di 2.000 km e l’autonomia di 36 ore. L’UAV sarebbe in grado di trasportare due missili a guida laser AR-1 (versione cinese per UAV dell’americano AGM-114 Hellfire) e due bombe teleguidate FT-5 (sempre di fabbricazione cinese). In passato, per soddisfare il requisito di un drone di classe MALE, l’Algeria aveva manifestato interesse sia verso i Predator/Reaper di General Dynamics, sia verso gli Yabhon U40 di Adcom Systems. Anche per quanto riguarda la classe HALE, Algeri si starebbe orientando verso un prodotto cinese, lo Xianglong della Guizhou Aircraft Corporation of China, dalle specifiche e dal design simili al Global Hawk. “La decisione algerina è inquadrabile  – rileva il Centro Studi Internazionali Cesi – in un quadro di generale potenziamento dello strumento aereo militare nazionale (e delle relative capacità ISR), resosi necessario per affrontare adeguatamente le situazioni di forte instabilità createsi nell’area maghrebina e del Sahel, in particolare lungo i confini con Mali, Niger e Libia”.

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