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“La Dichiarazione sul comportamento responsabile degli Stati nel cyber-spazio promossa dal governo italiano e adottata oggi a Lucca dal G7 Esteri rappresenta un endorsement politico per colmare, in futuro, il vuoto normativo esistente in materia”. A dirlo all’agenzia di stampa Cyber Affairs è Luigi Martino, teaching and research assistant in Ict policies e cyber security all’Università di Firenze e membro del gruppo di lavoro italiano cyber al G7.

“Pur non avendo carattere vincolante”, sottolinea l’esperto, “le norme contenute nel testo, basato sui principi contenuti nel rapporto del 2015 redatto dal gruppo di esperti dell’Onu, indirizzano i partner del G7 in una direzione che potrà poi essere seguita aprendo un apposito dibattito all’Osce, nella quale l’Italia è presidente del Gruppo di Contatto Mediterraneo e di cui sarà presidente (CiO) nel 2018. In quel consesso”, aggiunge Martino, “l’unico a livello internazionale in cui si discute di Confidence Building Measures (Cbm) utili a creare fiducia e trasparenza nei rapporti degli Stati parte dell’organizzazione, siedono due dei più importanti protagonisti in campo cyber, come Washington e Mosca, ma anche importanti Paesi dell’Ue. Questo ampio raggio di azione consente di guardare con ottimismo alla possibilità di trovare intese sul corretto comportamento che gli Stati dovranno adottare nel cyber spazio”.