Chi sono e cosa fanno le Private Military Companies

Di michele

La seconda parte dell’analisi di Biagio Costanzo, dirigente di Azienda e docente in Scienze criminologiche per la difesa e la sicurezza (qui la prima parte)

Per chi vuole intraprendere il percorso lavorativo del contractor, l’esperienza militare è importante ma non sufficiente. Le Private Military & Security Company (PMSC) svolgono attività di force protection che sono differenti in senso tecnico e tattico da quelle tipiche delle Forze armate. Per questo motivo, i percorsi formativi di un contractor sono sviluppati e adeguati a seconda delle caratteristiche del singolo incarico. È assolutamente indispensabile per un ex appartenente alle Forze armate, indipendentemente dall’esperienza maturata, intraprendere un percorso formativo ad hoc per adattarsi a una nuova realtà operativa. Molti pensano che per fare il contractor sia sufficiente saper sparare o esser “super palestrati”. Niente di più errato: bisogna conoscere le lingue, sapere di politica internazionale, di normative, di storia e sociologia del Paese dove si svolgerà l’incarico, nonché delle procedure standard operative. Insomma, il contractor deve essere un professionista della sicurezza a 360 gradi, sempre aggiornato sulle normative vigenti.

I COMPITI DEI CONTRACTORS

Nelle missioni all’estero, i compiti si differenziano a seconda degli incarichi oggetto dei singoli contratti che hanno, prevalentemente, solo carattere difensivo. Si va dai servizi Close protection, ovvero protezione delle persone, alla difesa di Key Installations, cioè delle installazioni-chiave, all’addestramento delle Forze di polizia locali, e a tutto quello che concerne il supporto all’attività governativa, agli organismi internazionali e a quelli nazionali nei Paesi post-conflitto. La lista degli Stati ad alto rischio è lunga, ad oggi, nessun Paese può considerarsi al sicuro da attacchi terroristici. Ovviamente, in cima alla lista ci sono i Paesi dove lo Stato di diritto latita o è da ripristinare e non ci sono Forze di polizia in grado di garantire la sicurezza del territorio. I campi in cui operano i contractor sono i più diversi, ma tutti hanno la finalità di creare dispositivi di sicurezza per garantire le attività di ricostruzione e di peace keeping.

UN RUOLO NECESSARIO

Negli attuali scenari geopolitici e con le attuali minacce, è impensabile che tali attività non vengano affidate alle PMSC e ai loro “Contractor”, sia per una questione di rapidità burocratica, sia per una capacità di impiego e di schieramento sul terreno più rapida ed efficace rispetto a forze governative non addestrate ad hoc. C’è poi una ragione di natura politica ed economica: a parità di capacità operative necessarie nelle moderne operazioni, con le PMS’C c’è un forte abbattimento dei costi. Inoltre, si riduce l’esposizione dei militari a possibili perdite. La difesa privata, in partnership e sotto la supervisione delle Forze armate dello Stato chiaramente, è ormai un supporto irrinunciabile.

TRE TIPI DI ESPERTI

Normalmente, le figure operative sono di tre tipi: i TNC (“Third National Countries”) sono esperti di servizi statici di sorveglianza e difesa delle Key installations; gli “Expatriate Specialist”, cioè specialisti a cui vengono affidati incarichi sensibili come ad esempio i servizi di Close protection, training o intelligence (spesso provengono da Paesi Nato); e i Native Local, personale del posto, messe sotto contratto per i servizi di supporto alle operazioni, come ad esempio, interpreti, fixer, driver e così via. Gli italiani sono quasi sempre contrattati come Expatriate Specialist, anche, ma non solo, per la loro capacità di mitigare i rischi e di essere dei grandi moltiplicatori di forze amiche, pur non avendo un metodo codificato. In pratica, siamo bravissimi a conquistare cuori e menti e questo, in zone ad alto rischio, fa la differenza.

LA MITOLOGIA NEGATIVA SUL TEMA

È importante ricordare che i contractor italiani lavorano anche per i governi esteri e italiano. Sono attivi in tutti i teatri caldi al mondo, e se non ci fossero, sarebbe un grosso problema per tutti. Purtroppo, la mitologia negativa intorno a queste attività è alimentata anche dal fatto che durante la guerra in Iraq, tra il 2004 e il 2007, sono successe cose indiscutibilmente terribili. La società americana Blackwaters assurse, purtroppo, agli onori della cronaca in tutto il mondo. Lavorava direttamente per il dipartimento della Difesa americano e si occupava di protezione diplomatica scortando l’incaricato americano Paul Brenner (privati che proteggevano un’entità statale). Compì cose inqualificabili, e alcuni suoi operatori vennero accusati di omicidio; successero cose indicibili. Quel tipo di atteggiamento contribuì alla creazione di una ritrosia conclamata verso la figura del security contractor. Però, da lì in poi, le cose sono cambiate radicalmente. Oggi, non è possibile andare in giro con atteggiamenti “rambeschi” con tatuaggi in evidenza o vestiti in modo inadeguato. Le società esigono un decoroso comportamento, dall’abbigliamento alle modalità di relazione. Le armi non possono essere palesate, e sono necessari controlli di ogni tipo su addestramento, protocolli, procedure e regole di ingaggio.

COME NASCONO LE AZIENDE DEL SETTORE

La nascita di queste società, oltre che nel Regno Unito, è da individuare nell’Est Europa, in Francia e in Germania. Per quanto riguarda Uk, ve ne sono molte solo a Londra, alcune straordinariamente importanti. La società Aegis è stata venduta qualche anno fa a GardaWorld, il numero uno del trasporto valori e nella sicurezza aeroportuale in nord America. Tale società non faceva questo tipo di business; ha fiutato l’affare ed è andata a comprare Aegis in Inghilterra, acquisendone i contratti e creandosi una branca che si occupa di protezione ravvicinata. Ad oggi, nel nostro Paese non esistono realtà di questo settore che abbiano capacità economico-finanziarie+ come quelle delle società di cui sopra; un peccato, visto che le capacità operative e la profonda professionalità non ci mancano. Altra cosa è essere aziende delle dimensioni e del volume di Control Risk Group o Aegis/Gardaworld. Queste company possono contare non solo su imponenti attività di lobbying governativa, ma soprattutto su norme certe. Così si crea il volàno, difficile da far partire senza questi presupposti.

IL CONTESTO ITALIANO

In definitiva, per il nostro Paese, il Documento di Montreux del 17 settembre 2008 segna uno spartiacque importante per tutta la componente di diritto internazionale legata alle PMSC. L’Italia l’ha firmato e si deve adeguare a quanto sottoscritto. È il vero primo documento internazionale che definisce le norme di diritto internazionale, applicabili alle attività delle società militari di sicurezza private (PMSC), quando queste ultime sono presenti sulla scena di un conflitto armato. È completo, tutto perfettibile chiaramente, ma con la chiara distinzione tra Stati che impiegano PMSC, Stati in cui operano le PMSC e Stati in cui tali società hanno sede. Per ogni categoria, si richiama pertinenti obblighi legali in virtù del diritto internazionale umanitario e della legislazione sui diritti dell’uomo. Viene inoltre affrontata la questione della responsabilità dello Stato che impiega PMSC per comportamenti individuali del relativo personale in base al diritto internazionale vigente. Vengono poi affrontati i doveri della PMSC e del rispettivo personale, come pure la questione della responsabilità dei superiori.

CERCASI COERENZA

La serietà del documento si evince dalla completezza: in esso sono riportate le buone pratiche concernenti le normative stabilite in materia di PMSC, di armi e di servizi armati, introduzione di regimi trasparenti, concessione di autorizzazioni, adozione di misure tese a garantire una migliore supervisione e una responsabilità accresciuta, in modo che soltanto le PMSC che verosimilmente rispetteranno il diritto internazionale umanitario e la legislazione sui diritti dell’uomo possano fornire i loro servizi. A tal fine si rendono necessari addestramento, procedure interne e supervisione appropriati. È importante ricordare che l’Italia ha aderito e firmato il Montreaux Document nel 2009. Facendo appello al senso di serietà che, nonostante le tante sbavature, è presente nell’apparato delle nostre istituzioni, è arrivato il momento di essere coerenti, ogni qual volta assumiamo un impegno a livello internazionale, così da poter preservare (puntando, ancora una volta, alle migliori sinergie tra pubblico e privato) la sicurezza della nostra Repubblica, in Patria e all’estero.