È stato siglato questa mattina il Memorandum di Cooperazione (MoC) tra la Federal Aviation Administration (Faa), l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), nell’ambito del “Commercial Space Transportation”. La Casa dell’Aviatore, a Roma, ha ospitato il rinnovo formale di una collaborazione che dura ormai da anni, e che già a marzo 2014 aveva visto la firma di un MoC per la razionalizzazione dei rapporti cooperativi in materia di spazio commerciale. A rappresentare i tre enti erano presenti Roberto Battiston, presidente Asi, Benedetto Marasà, vice direttore generale dell’Enac, e George C. Nield, associate administrator per il trasporto spaziale commerciale della Faa. Tra i temi oggetto della collaborazione, anche la possibiltà di spazioporti sul territorio italiano per voli suborbitali e ipersonici destinati, in un futuro, anche al trasporto e al turismo.
La Faa, creata nel 1958 (all’epoca era Agenzia), opera alle dipendenze del Dipartimento dei Trasporti statunitense, incaricata di regolare e sovrintendere tutto ciò che concerne l’aviazione civile, compresi regolamenti e certificazioni. Con l’incredibile sviluppo della commercializzazione spaziale, la Faa ha potenziato notevolmente la propria azione nel settore del trasporto spaziale, andando a ricercare intese e progetti di collaborazione anche con i partner europei. È così che ha incontrato la proiezione, altrettanto ambiziosa, di Asi e Enac, in un rapporto cooperativo che inserisce il nostro Paese tra i principali operatori spaziali al mondo. L’accordo prevede, infatti, il rafforzamento della cooperazione tra questi enti, con progetti di ricerca, incontri e meeting regolari, e uno scambio informativo teso a individuare e acquisire le best practice in un settore su cui il nostro sistema-Paese punta molto e in cui può vantare diverse eccellenze.
L’evento è stato aperto dal generale dell’Aeronautica Militare Roberto Vittori, attualmente Space Attachè dell’Ambasciata italiana a Washington e promotore dell’iniziativa. L’astronauta ha evidenziato “le sinergie e la cooperazione che confluiscono in un accordo a tre parti”, in un settore che sta vivendo “una transizione epocale dallo spazio fatto dalle agenzie nazionali, con tutti gli aspetti positivi e le debolezze ad esse legati, allo spazio dei privati”. Secondo Vittori, il settore del commercial space transportation è enorme, comprendendo tutte quelle attività che non sono svolte esclusivamente da agenzie spaziali e dai governi. Il simbolo di questo sviluppo è SpaceX e il suo fondatore Elon Musk, “lo Steve Jobs dello spazio”, come lo ha definito Vittori. Una transizione in cui il generale ammette di “ipotizzare più di uno spazioporto italiano”, da cui partire con sperimentazioni per voli sub-orbitali ed ipersonici. “L’interesse statunitense per il mercato europeo è forte; e l’Italia, in virtù della posizione geografica e delle proprie eccellenze – tra cui cita il Cira e Altec – è particolarmente attraente” per lo sviluppo dello spazio commerciale, ha detto Vittori.
Gli hanno fatto eco le parole del generale Mario Arpino, che da capo di stato maggiore dell’Aeronautica e capo di stato maggiore della Difesa, ha fortemente voluto il potenziamento della propensione spaziale del Paese. Il generale di squadra aerea ha riconosciuto gli enormi progressi che l’Italia ha fatto nel settore, grazie a “un pugno di persone coraggiose che hanno voluto rischiare”, ha detto Arpino. D’altronde, ormai lo spazio non può che essere considerato “la continuazione di quello che facciamo in Aeronautica”, ma anche “la nostra parziale identità futura dell’attività dell’Arma e di tutto il settore”, ha sottolineato il generale Arpino.
In riferimento al MoC, Benedetto Marasà ha riconosciuto che dalla firma del precedente accordo, “Enac ha imparato moltissimo nelle occasioni di incontro, confronto e cooperazione con la Faa”. Come nel 2014, seppur in un contesto in continua evoluzione, il principale obiettivo del Memorandum resta “sviluppare policy di regolamentazione per il trasporto nello spazio commerciale”, ha detto il vice direttore generale dell’Ente. Per questa ragione, la firma rappresenta “un grande passo per l’Italia per preparare il terreno a future attività dello spazio commerciale privato nel Paese”, ha affermato Marasà.
Per George C. Nield, l’accordo è il modo migliore per “lavorare insieme in questa eccitante nuova epoca per il trasporto spaziale”. Il rappresentante della Faa ha ammesso il crescente ruolo dell’industria privata, che però non toglie “la rilevante responsabilità del governo e delle agenzie pubbliche, essenziali per la regolamentazione del settore”, ha detto Nield. L’amministrazione Usa, che rappresenta il punto di riferimento internazionale nella regolamentazione dell’aerospazio, ha promosso in maniera crescente negli ultimi anni la cooperazione internazionale e il confronto continuo tra la molteplicità degli stakeholder che operano nel comparto.
Proprio l’Asi, che nel MoC del 2014 non compariva, partecipa alla firma testimoniando la crescente integrazione degli attori coinvolti. Il presidente Battiston ha sottolineato l’importanza della firma, ma anche la necessità che l’evidente potenzialità del sistema-Paese “si trasformi in vero potere”. Perché ciò si realizzi è opportuno “fare sistema di capacità, idee, visioni di lungo periodo, infrastrutture e investimenti”, coinvolgendo “la Forza armata, l’industria e l’Accademia, e imparando dall’esperienza”, ha detto Battiston. Per quanto riguarda l’opportunità di voli suborbitali dal territorio italiano, il presidente dell’Asi ha ammesso: “Impossibile prevedere i tempi per realizzare uno spazioporto in Italia, potrebbero essere necessari da 3 a 5 anni: tutto dipende dal sistema di reazioni a livello politico, tecnologico e dell’industria capaci di porre l’attenzione su questo tema”, ha concluso Battiston.
Al margine dell’incontro, come riporta Ansa, Vincenzo Giorgio, ad di Altec, eccellenza italiana frutto della collaborazione tra Thales Alenia Space Asi.L’industria, ha detto: “abbiamo identificato due o tre possibili siti nel Centro e nel Sud Italia”, aree che vanta una posizione geografica migliore rispetto ai partner europei per i voli sub-orbitali.