Il 2014 è un anno cruciale per Copernicus, uno dei più ambiziosi programmi satellitari integrati di Osservazione della Terra mai concepito, senza dubbio il più importante su scala europea. Nella primavera scorsa, infatti, si sono succeduti due avvenimenti chiave: il lancio del primo satellite della serie Sentinel e l’adozione del regolamento su Copernicus da parte del Parlamento europeo.
Proprio per questo la conferenza internazionale “Copernicus for environment and human security” tenutasi ieri a Roma, a cui hanno partecipato oltre 350 delegati provenienti da tutta Europa, è stata la prima occasione per fare il punto della situazione davanti a tutti gli stakeholder, sia a livello nazionale che continentale. L’evento, ospitato dall’Agenzia spaziale italiana sotto l’egida della Presidenza italiana al Consiglio dell’Unione europea, è stato organizzato insieme alla Commissione Ue, al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, all’Agenzia spaziale europea (ESA) e all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
I lavori sono stati aperti dal presidente dell’Asi, Roberto Battiston, con la presentazione dei risultati di una ricerca realizzata da Asi ed ESA sulle ricadute economiche dei servizi di Copernicus, mostrando come la natura diffusa delle applicazioni del programma – che coinvolgono tutta la società in settori commerciali di fondamentale importanza – produca ritorni e risparmi che superano di gran lunga il valore dell’investimento dell’infrastruttura spaziale. “Sono orgogliosa di rappresentare il governo italiano ad una conferenza così importante” ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini.
“Si tratta – ha proseguito il ministro – di creare un sistema di monitoraggio globale, riguardo l’ambiente e la sicurezza, che prevede una straordinaria articolazione di servizi, a cui non può che corrispondere un grande impegno finanziario. Ed è allo stesso tempo – ha aggiunto la Giannini – un brillante esempio di valorizzazione delle infrastrutture esistenti”.
Presenti tra gli altri anche il Commissario europeo all’industria, Ferdinando Nelli Feroci, il direttore per i settori aerospazio, marittimo, difesa e sicurezza presso la stessa Commissione, Philippe Brunet e il direttore generale dell’Esa, Jean-Jacques Dordain. Fino a qualche anno fa – come ha ricordato Nelli Feroci – non erano previsti finanziamenti diretti dell’Unione europea per programmi come Copernicus (ex Gmes) e Galileo, ma solo stanziamenti dei singoli Stati membri. “Questo programma – ha dichiarato Dordain – è unico per tante ragioni, ma anche perché i suoi servizi sono basati su dati sia rilevati da satelliti nello spazio sia raccolti sul terreno. L’Italia – ha aggiunto – non è semplicemente parte del progetto per il fatto che Asi è membro di Esa, ma è soprattutto un partner fondamentale, con i suoi centri a Terra (come Matera) con i suoi satelliti (come la costellazione Cosmo-SkyMed) e con la sua industria”.