Il vertice Nato in Galles ha avuto il merito di rendere chiaro, anche alle opinioni pubbliche, che l’Occidente torna ad essere minacciato. I focolai di crisi in Ucraina come in Iraq, Siria o Libia chiamano in causa direttamente l’Europa e la sua capacità di garantire pace e sicurezza. In questo contesto, i governi nazionali e la UE sono ora alle prese con la necessità di rivedere le proprie priorità anche rispetto agli investimenti della finanza pubblica. Come, dunque, orientare le spese e le scelte in difesa?
A livello europeo se ne discuterà già oggi e domani a Milano dove si riunisce il Consiglio Difesa presieduto dal ministro italiano, Roberta Pinotti. Potrà essere una prima importante occasione per verificare la fattibilità della proposta di Renzi di escludere dal Patto di stabilità le spese supplementari per portare i budget della difesa al 2% del Pil.
Contemporaneamente, e con una tempistica non casuale, a Roma si terrà oggi un seminario dedicato alla presentazione di uno studio sul potere aereospaziale dell’Alleanza atlantica, realizzato dal think tank Nato Japcc (Joint air power competence center). A presentarlo in anteprima sarà il suo direttore esecutivo, il generale Joachim Wundrak. L’iniziativa, promossa dalla rivista Airpress, insieme con l’ambasciata Usa e in collaborazione con il Centro studi americani, partirà dalla premessa che senza una maggiore cooperazione e condivisione delle capacità aeree dei membri europei della Nato si va incontro ad un sicuro declino dell’intera Alleanza. Lo studio propone una serie di misure per garantire la supremazia aerospaziale dell’occidente, tra cui un progetto missilistico europeo, collaborazioni sui velivoli di nuova generazione (come gli F35) e rafforzamento delle capacità di intelligence e sorveglianza.
Spunti e proposte che i vertici di Japcc condivideranno in una tavola rotonda con il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, parlamentari di tutti gli schieramenti politici, ufficiali della Difesa e degli Esteri, rappresentanti delle principali aziende del settore nonché esponenti dei maggiori Think tanks italiani. L’obiettivo è quello di ragionare sulle strategie che non appartengono solo alla sfera militare ma investono il futuro politico ed economico del Paese e della comunità euroatlantica.