Il lanciatore Ariane 5 ha portato in orbita quattro satelliti di Galileo, il sistema di navigazione e localizzazione satellitare europeo alternativo all’americano GPS. Partito regolarmente alle 14:06 di ieri dal Centro Spaziale europeo di Kourou, in Guyana francese, il volo VA233 è stato il sesto dell’anno per il grande lanciatore europeo, tra i più complessi dato il payload composto da quattro satelliti dal peso di circa 700 kg (più 447 per i dispenser) da condurre oltre i 23mila chilometri di altezza. Le operazioni di volo sono durate circa tre ore e mezza per il rilascio della prima coppia di satelliti; la seconda ha dovuto aspettare altri venti minuti. Per raggiungere le posizioni designate, invece, i “fantastici quattro” (così li ha già rinominati l’Agenzia spaziale europea – Esa) impiegheranno tra i 9 e i 13 giorni. Il compito di portare nell’orbita terrestre le componenti della costellazione europea era fino ad ora stato affidato al razzo Soyuz, e sempre con lanci di singole coppie. Per la missione VA233 si tratta dei satelliti 15, 16, 17 e 18 di una costellazione che ha visto il lancio della prima coppia nell’ottobre del 2011 e che in piena operatività ne conterà 27 (più 3 di riserva) in Medium Earth Orbit (MEO).
Il programma Galileo è frutto della collaborazione tra Esa e Unione europea. Notevole il contributo italiano, sia con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) che con il comparto industriale. Leonardo-Finmeccanica ha realizzato e realizza i sensori di assetto IRES-N2 per il controllo della posizione dei satelliti e gli orologi atomici all’idrogeno PHM. Il colosso italiano ha inoltre partecipato alla fase di Sviluppo e Validazione in Orbita con il ricevitore per il servizio Public Regulated Service (PRS), dedicato a enti governativi e operatori con speciali requisiti di sicurezza, per cui sta adesso rilasciando gli esemplari per la sperimentazione operativa. Per Galileo, Telespazio (joint venture tra Leonardo-Finmeccanica al 67% e Thales al 33%) ha realizzato, al Fucino, uno dei due centri di controllo che gestiscono la costellazione e la missione del programma. Attraverso Spaceopal (joint venture con l’Agenzia spaziale tedesca), Telespazio è inoltre responsabile delle operazioni di missione a supporto di Cnes (agenzia spaziale francese) e Arianespace nelle operazioni di lancio e messa in orbita. Per quanto riguarda il segmento di terra, Telespazio è responsabile anche del simulatore della costellazione e della piattaforma di assemblaggio, integrazione e validazione. Thales Alenia Space (joint venture tra Thales al 67% e Leonardo-Finmeccanica al 33%) fornisce supporto industriale all’Esa dall’inizio del programma, con attività di sistema relative alla progettazione, prestazione, integrazione e validazione del sistema e per il controllo dell’intero sistema satellitare di navigazione.
Ma in questo lancio c’è anche Avio, che partecipa a Ariane 5 per circa il 15%. In particolare, il Gruppo fornisce i motori a propulsione solida e una turbopompa per la propulsione liquida. Ancora maggiore la partecipazione nella realizzazione del lanciatore Vega. La controllata ELV (partecipata al 30% dall’Asi) ne è capocommessa. Ad ogni modo, l’ad di Avio Giulio Ranzo ha così commentato il sesto successo dell’anno del fratello maggiore di Vega: “Ariane 5 continua a dimostrarsi un lanciatore con altissima affidabilità, una delle caratteristiche più apprezzate nei lanciatori spaziali”. Difatti “Avio, da sempre nei programmi spaziali europei – ha aggiunto Ranzo – può così contribuire alle necessità dell’Europa di garantirsi un sistema di posizionamento e navigazione indipendente”. La fiducia nel lanciatore pesante è confermata dalla stessa Esa. “Ora che possiamo contare sul potente Ariane 5, possiamo anticipare il completamento più rapido della distribuzione dei satelliti di Galileo, permettendo al sistema di entrare a regime”, ha detto Paul Verhoef, direttore Esa del Programma. Anche Daniel Neuenschwander, direttore Esa per lanciatori, ha celebrato il successo: “Con questo 75esimo lancio di successo di fila, Ariane 5 stabilisce un nuovo record tra i lanciatori europei sviluppati e dimostra ancora una volta la sua affidabilità”.