Crosetto (Aiad): "Attenti ai tagli sulla difesa"

Di Flavia Giacobbe

Nonostante gli sforzi del ministro Pinotti, la Legge di stabilità varata dal governo rischia di penalizzare l’industria della difesa e dell’aerospazio. In ballo ci sarebbero circa 300 milioni di euro di tagli concentrati proprio alla voce “investimenti”. Per il settore si tratta di una misura che, se confermata, avrebbe conseguenze particolarmente gravi anche in termini occupazionali. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Aiad Guido Crosetto che mette in guardia dal non ripetere gli errori del passato, che “ci hanno tagliato fuori da settori come la chimica e l’elettronica per deficit di visione politica”.
Qual è la posizione dell’industria rispetto alle riduzioni di budget previste dalla Legge di stabilità?
Che si intenda ridurre le risorse è comprensibile: noi per primi siamo consapevoli dei problemi di bilancio italiani ma ciò non toglie che occorra fare delle scelte. E gli investimenti in alcune aree ad alto impatto tecnologico come spazio e difesa sono fondamentali per non perdere pezzi di sistema industriale e scongiurare ciò che è già successo in Italia per la chimica e l’elettronica, dove anni fa eravamo potenze leader nel mercato e oggi non contiamo più nulla.
C’è mancanza di volontà politica?

Da quello che mi risulta c’è la volontà di intervenire in alcuni settori, come quello spaziale che con la ministeriale Esa del 2 dicembre prenderà decisioni fondamentali per il futuro del settore europeo. Non individuare i tagli da effettuare e gli investimenti fondamentali da garantire per quella data significa archiviare praticamente l’industria spaziale italiana o quello che rimane di essa. Sono convinto che il governo cercherà risposte. Le prime a volerle sono i ministri Pinotti e Giannini, e lo stesso Renzi che ha fatto attivare una cabina di regia a Palazzo Chigi. La risposta che verrà è un interesse di tutti.

L’obiettivo è una programmazione a lungo termine?
Ci vuole un quadro strategico di lungo termine, e questo è un problema che ci portiamo avanti da decenni, a differenza di altri Paesi che invece hanno saputo programmare, come Francia e Germania. Quando si parla di investimenti pubblici in economia bisogna sapere che non si possono tutelare tutti i settori ma selezionare quelli più strategici. Spazio e difesa lo sono per definizione.

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