Il calo d’investimenti nella Difesa preoccupa Via XX Settembre. L’allarme è posto, nero su bianco, nel nuovo Documento di programmazione pluriennale, messo a punto dal dicastero guidato da Roberta Pinotti e che rappresenta una cerniera concettuale con i provvedimenti definiti nel Libro Bianco.
Secondo i dati riportati, tra il 2010 e il 2017 la Difesa ha visto diminuire le consistenze iniziali del bilancio dei settori investimento ed esercizio di 1.858,9 milioni di euro.
Tagli avvenuti in un quadro dei rischi per la sicurezza euro-mediterranea molto complesso, che, spiega il testo, richiederebbe invece “risorse finanziarie stabili per poter assicurare sviluppo e sostegno a progetti di lungo termine”, come avviene altrove. In Francia, ad esempio, dove il 29 aprile è stato annunciato lo stanziamento di 3,8 miliardi di euro in più da destinare a spese militari.
D’altro canto il documento conferma il proseguimento di programmi chiave, che vedono protagonista Finmeccanica.
Il gruppo capeggiato dall’ad Mauro Moretti recita un ruolo di primo piano nel caccia F-35 (l’impianto Faco di Cameri è assegnato ad Alenia Aermacchi); nelle fregate italo-francesi Fremm (attraverso Selex Es, Oto Melara, Wass e Mbda); e in Forza Nec, il piano di modernizzazione delle Forze armate e di digitalizzazione della componente terrestre (al quale partecipa Selex Es).
Grande enfasi, infine, è destinata ai temi dell’elettronica per la Difesa e dell’intelligence. In questi campi spiccano le collaborazioni con Ibm, Microsoft e Oracle, ma anche lo sviluppo di capacità C4-Istar, il sistema di controllo basato sulla centralizzazione e lo scambio delle informazioni. Queste dimensioni sono ormai strategiche e cresce l’esigenza d’investire su progetti innovativi. Come quelli della stessa Selex o di Elettronica, che assieme ad Expert System ha dato vita a una newco dedicata proprio ai temi cyber.