La recente nomina di Claudio Graziano a capo di Stato maggiore della Difesa, contestuale a quella del generale Del Sette a nuovo comandante dei Carabinieri, ha sorpreso molti per aver contraddetto la “naturale” turnazione tra Forze armate
Stagione di cambiamenti al ministero della Difesa. A fine anno, un po’ in anticipo sui tempi previsti, il Consiglio dei ministri ha approvato la proposta di Roberta Pinotti di nominare il nuovo comandante generale dell’Arma dei carabinieri e il nuovo capo di Stato maggiore della Difesa. Per sostituire il generale Leonardo Gallitelli è stato indicato il capo di Gabinetto dello stesso ministro Pinotti, Tullio Del Sette, mentre il posto che è stato occupato dall’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli sarà occupato dal 1° marzo dall’attuale capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Claudio Graziano. Queste sono evidentemente le prime tappe di una riorganizzazione complessiva dell’istituzione militare. Non solo perché cambieranno i titolari dei reparti di Smd e in generale la squadra che coadiuverà il generale Graziano nei prossimi mesi. Occorrerà infatti nominare il nuovo capo di Gabinetto per sostituire Del Sette, il nuovo capo di Sme ora traslocato in via XX settembre e, dettaglio non trascurabile, il nuovo consigliere militare del presidente della Repubblica, posizione occupata con Napolitano dall’influentissimo generale Mosca Moschini. Ed è probabile che alcuni cambi possano registrarsi per due figure-chiave della difesa italiana: il segretariato generale (Segredifesa) e il Coi (Comando operativo interforze).
Gli attuali responsabili, i generali Stefanini e Bertolini, sono infatti dell’Esercito ed entrambi hanno titolo per essere selezionati per il ruolo che è stato di Graziano. Ovviamente, la liberazione di una di questa caselle o di entrambe (per ragioni legate a pensionamento o altre promozioni) consentirebbe un riequilibrio a favore per esempio dell’Aeronautica militare, la forza armata che risulta oggi meno rappresentata nell’organigramma del ministero guidato da Roberta Pinotti. La senatrice genovese ha spiazzato l’ambiente militare italiano assumendo, sulle nomine, decisioni fuori dalla tradizione consolidata. Già per la scelta del capo di Gabinetto fece scalpore chiamando un generale dei Carabinieri. Adesso è stata la volta del capo di Smd. Secondo i manuali, ci si sarebbe attesi una turnazione. Niente. Il ministro ha scelto di esercitare la prerogativa della “scelta politica”, scombinando i pesi e contrappesi che da tanti anni regolano le relazioni tra Forze armate. Il risultato, al netto evidentemente del valore delle persone interessate (tutte con un curriculum invidiabile), è che le logiche di bandiera di Esercito, Aeronautica, Marina e Carabinieri si sono acuite in scontri sotterranei e malumori spesso più che evidenti. Un problema non banale, tanto più che il ministro Pinotti è impegnato nell’idea di non solo “pubblicare”, ma anche “implementare” il nuovo Libro bianco. La logica contenuta nel documento programmatico, che sarà consegnato al nuovo inquilino del Quirinale, è proprio quella del superamento delle divisioni fra Forze armate, a favore di una logica interforze. Oggi questo proposito sembrerebbe un’utopia, ma sarebbe sbagliato arrendersi, pur in un momento difficile. Il ministro Pinotti, il suo nuovo capo di Smd e tutti i vertici militari italiani dovranno dimostrare con i fatti che il Libro bianco può essere uno strumento concreto di autoriforma e crescita. Il contesto esterno è favorevole: le nomine sono state accolte da commenti largamente positivi. “Grandissima esperienza, nazionale e internazionale, e altissima professionalità, sono le migliori garanzie possibili per gli alti compiti ai quali sono stati chiamati”, ha dichiarato in una nota all’indomani della designazione, il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi.
Ma chi sono i nuovi vertici? Il generale Tullio Del Sette comincia la sua carriera militare nell’Arma negli anni 70. Da ufficiale inferiore, è stato comandante di plotone del 1° battaglione della scuola allievi Carabinieri di Roma e dell’accademia militare di Modena, quindi comandante delle compagnie di Spoleto, Perugia, Roma-San Pietro e Roma- Centro. Da ufficiale superiore ha retto i comandi provinciali di Pisa e Torino. Ha inoltre ricoperto incarichi di stato maggiore sia al comando generale dell’Arma dei carabinieri, sia al I reparto, Regione Carabinieri Campania, in qualità di capo di Stato maggiore. Comandante della regione Carabinieri Toscana e capo dell’ufficio legislativo del ministero della Difesa per oltre 7 anni è stato promosso generale di corpo d’armata nel 2012. Dal gennaio 2013 al 23 giugno 2014 è stato comandante interregionale Carabinieri “Podgora” a Roma, a partire dall’8 luglio 2013, ricoprendo inoltre la carica di vice comandante generale dell’Arma dei carabinieri. Per lo scrittore Roberto Saviano, la nomina di Del Sette “è una ottima notizia per il Paese”. Il generale di corpo d’armata Claudio Graziano, capo di Sme dal 2011, vanta un curriculum internazionale di primo piano, grazie alle esperienze fatte negli Stati Uniti come addetto militare, in Mozambico e Libano. Graziano ha ricevuto il primo incarico nel 1976, in qualità di comandante di plotone fucilieri al battaglione Alpini “Susa”. Successivamente vice comandante della compagnia contro carri della Brigata alpina “Taurinense”, ha poi comandato la compagnia mortai e la compagnia Alpini (fucilieri) della Brigata alpina “Tridentina”. Dall’83 all’ 86, ha comandato la compagnia allievi ufficiali e la compagnia comando alpini di Aosta. Assegnato allo Stato m aggiore è stato poi riassegnato al battaglione Susa in qualità di comandante per poi essere schierato in Mozambico nell’ambito della missione Unomoz. Nel 2001 ha assunto l’incarico di addetto militare all’ambasciata d’Italia di Washington ed è stato promosso generale di Brigata nel 2002. Rientrato in Italia ha assunto il comando della Brigata alpina Taurinense. Nel 2005 ha assunto il comando della Brigata multinazionale Kabul in Afghanistan e, con essa, la responsabilità dell’area d’operazioni della provincia di Kabul. Promosso generale di divisione nel 2006, gli è stato conferito nel 2007 dalle Nazioni Unite l’incarico di Force commander della missione Unifil in Libano. Nel 2010 è stato promosso generale di corpo d’armata e nominato capo di Gabinetto del ministro della Difesa.
PASQUALE PREZIOSA
Resta alla cloche dell’Aeronautica il suo capo di Stato maggiore, Pasquale Preziosa. Forte dei successi conseguiti in campo internazionale, come le relazioni con i Paesi del Golfo, con un occhio sempre attento agli impatti positivi per il comparto industriale nazionale. E avendo dimostrato di saper declinare le finalità duali della forza aerea moderna, capace di far fronte alle emergenze del Paese, in collaborazione con le istituzioni, come è avvenuto per il trasporto in biocontenimento durante la fase critica dell’epidemia di Ebola
CLAUDIO GRAZIANO
Nuovo capo di Stato maggiore della Difesa (Smd), al posto dell’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Il generale di corpo d’armata Claudio Graziano, capo di Sme dal 2011, vanta un curriculum internazionale di primo piano, grazie alle esperienze fatte negli Stati Uniti come addetto militare, in Mozambico e Libano. Nel 2010 è stato promosso generale di corpo d’armata e nominato capo di Gabinetto del ministro della Difesa
TULLIO DEL SETTE
Nuovo comandante dei Carabinieri, succede al generale Leonardo Gallitelli. Capo di gabinetto del ministro Pinotti fino a quest’ultima nomina, il generale Tullio Del Sette comincia la sua carriera militare nell’Arma negli anni 70. Dal gennaio 2013 al 23 giugno 2014 è stato comandante interregionale Carabinieri “Podgora” a Roma, a partire dall’8 luglio 2013, ricoprendo inoltre la carica di vice comandante generale dell’Arma dei carabinieri
Dopo 9 anni lascia Mosca Moschini
Un grande lavoro spetterà anche al futuro consigliere per gli Affari militari e del Consiglio supremo di Difesa del presidente della Repubblica, che vedrà – unitamente al nuovo inquilino del Quirinale – l’introduzione e soprattutto l’attuazione del Libro bianco, fortemente voluto dal ministro Pinotti e da Giorgio Napolitano, con l’obiettivo finale di delineare la strategia di evoluzione dello strumento militare nei prossimi quindici anni e di ottimizzare le risorse da destinare alle Forze armate. Dal 2006 questo ruolo è stato ricoperto dal generale Rolando Mosca Moschini, capo di Stato maggiore della Difesa dal 2001 al 2004, dopo essere stato comandante generale della Guardia di finanza. Classe 1939, il generale Mosca Moschini è Grande ufficiale al merito della Repubblica.