Molte novità per la Difesa e non solo dal convegno sullo strumento militare terrestre

Di Michela Della Maggesa

“Invieremo un contingente di 500 addestratori contro lo stato islamico”. Questo quanto annunciato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, durante il suo intervento in occasione della presentazione dello studio “linee di sviluppo evolutive ed innovative dello strumento militare terrestre”. La decisione già comunicata a livello internazionale dalla senatrice, in questi giorni a Bruxelles e a Monaco per due importanti incontri a livello ministeriale, è stata presa dal nostro Paese “per dare una risposta efficiente alle nuove minacce”. “L’Italia – ha spiegato il ministro – ha tutte le capacità operative e di supporto per farlo, grazie al lavoro che è stato svolto in passato”. Gli addestratori italiani andranno ad affiancare la componente aeronautica nazionale, che vede già rischierati in Kuwait un tanker KC-767A per il rifornimento in volo di tutti gli assetti operanti in Iraq, 2 Predator e 4 caccia Tornado. Accanto agli addestratori italiani, ci saranno 100 tedeschi, avendo Italia e Germania il comando alternato di queste operazioni.
Ma questo non è stato l’unico annuncio fatto dal ministro. Sul fronte Est, la Difesa ha infatti accettato di prolungare di altri 4 mesi le operazioni di “air policing” sullo spazio aereo lituano, che vengono effettuate con i caccia Eurofighter. “L’Italia – ha detto il ministro – ha fatto un gran lavoro e il mio omologo mi ha chiesto di continuare l’attività. Ho detto sì per ribadire il fatto che l’Italia presta attenzione anche a questo fronte di crisi”. Al “Baltic Air Policing” partecipano a turno, dal 2004, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. In particolare per quanto riguarda l’Italia, il 31 dicembre 2014 l’Aeronautica Militare è subentrata alla forza aerea portoghese per svolgere il suo primo turno di sorveglianza sul Baltico, come previsto dagli accordi, schierando 4 Eurofighter. A questo punto all’Italia avrebbe dovuto subentrare la Norvegia.
Accanto a questi due annunci, il ministro ha altresì dichiarato di aver illustrato a grandi linee il Libro bianco al neo Presidente della Repubblica e che presto il testo sarà vagliato attentamente dal Consiglio Supremo di Difesa. “Dal Libro bianco, che è un’espressione dell’esecutivo, discenderanno importanti progetti di legge, dai quali si potrà dare certezza all’industria di quelli che saranno i programmi su cui investire”. Pinotti ha altresì ribadito l’importanza di andare verso programmi ad uso duale, dal momento che in tempi di risorse limitate, è bene pensare a piattaforme dal duplice utilizzo. “I fatti dimostrano che dividere sicurezza esterna e interna non ha più senso”, ha detto inoltre il ministro, spiegando, in conclusione del suo intervento, che i decreti per la lotta al terrorismo e le missioni internazionali saranno presentati assieme alle Camere.
L’evento è stata l’occasione per ribadire l’importanza di una sempre più stretta collaborazione tra Forze armate e industria, per arrivare allo sviluppo di prodotti realmente efficaci “servono cose pensate oggi per durare nel tempo, assetti modulari che possano essere costantemente aggiornati”, ha detto il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Claudio Graziano, e soprattutto prodotti che siano concepiti avendo ben chiaro “evoluzioni, costi di mantenimento e addestramento”. Il piano di ammodernamento dell’Esercito italiano (Forza Nec, Centauro 2, Lince e Freccia i programmi maggiori per la Forza Armata) e non solo, necessita di una programmazione finanziaria certa di medio lungo-periodo e del sostegno di tutti i dicasteri coinvolti dal processo, compreso lo Sviluppo economico, come ha sottolineato il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. “Oggi più che mai – ha detto – è necessario avere certezze per i grandi programmi e un coordinamento interministeriale”.
Di programmazione ha parlato anche l’amministratore delegato di Finmeccanica, Mauro Moretti, intervenuto al convegno organizzato dalla Federazione aziende italiane per l’aerospazio la difesa e la sicurezza (Aiad), ponendo l’accento sul fatto che oggi è necessario passare dalla fornitura di beni a quella di servizi integrati, di cui il bene costituisce un elemento. “Ci stiamo giocando il futuro”, ha detto, pertanto dobbiamo “stare al livello tecnologico dei nostri alleati e sopra quelli dei nemici”. “Una visione comune da portare su tutti i tavoli, un approccio collaborativo (industria/FFAA, ndr) è essenziale – ha spiegato poi Moretti -, visto poi che le risorse stanziate dall’Italia per lo sviluppo delle tecnologie legate alla difesa sono modeste”. “Ogni anno vengono stanziati 4 miliardi, a fronte degli 11 del Regno Unito, mentre Finmeccanica opera in autofinanziamento per circa 1 miliardo”. “Servono più fondi, o quantomeno programmi pluriennali certi, se vogliamo allinearci agli altri Paesi – ha detto l’ad –, il Regno Unito non è molto più grande dell’Italia e non ha nemmeno maggiori necessità di difesa”. Tra le tecnologie distintive da perseguire per le nostre Forze Armate “per farle eccellere in campo alleato” citate di Finmeccanica, settore unmanned, modeling and simulation e nuovi materiali. “Ogni 5 o 6 anni – ha detto Moretti – l’elemento tecnologico cambia, è per questo che avere chiari i requisiti è fondamentale”.