Il Documento di visione strategica dell’Asi spiegato dal presidente Battiston

Di Roberto Battiston

L’introduzione del presidente Roberto Battiston al Documento di visione strategica 2016-2025 dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Il Documento per intero è scaricabile tramite il sito dell’Asi.

Se su Google cercassimo image of space oppure image from space, il motore di ricerca in tre decimi di secondo ci darebbe circa 970 milioni di risultati. Se la nostra richiesta fosse earth from space, nello stesso tempo i risultati sarebbero circa 535 milioni. Questa piccola indagine, assolutamente empirica conferma il crescente successo dello spazio e ci fa capire quanto sia grande all’interno della nostra società la domanda di conoscenza sia del sistema solare che dello spazio profondo. A ben vedere una parte della risposta è insita nella domanda, o meglio nel mezzo attraverso il quale abbiamo posto la domanda: un motore di ricerca di Internet.

Oggi, infatti, l’analisi del settore spaziale italiano nel contesto europeo e internazionale nonché delle sue prospettive di sviluppo scientifico, industriale ed economico, non può che partire dal mutamento profondo che sta attraversando il mondo dello spazio provocato dall’arrivo di grandi aziende private che hanno visto la possibilità di uno sfruttamento commerciale degli spillover delle attività spaziali: dai viaggi sub orbitali e dal turismo alle orbite basse, fino alle annunciate spedizioni su Marte, passando dalle applicazioni che sfruttano la straordinaria quantità di dati fornita dai satelliti di Osservazione della Terra.

Lo spazio è ormai da tempo una super infrastruttura pervasiva e per definizione senza confini della quale ogni giorno cogliamo nuove e intrecciate potenzialità. È quindi necessario un approccio allo spazio come “sistema di sistemi”, basato sull’integrazione di diversi elementi, tecnologie e servizi, sia “terrestri” che propri dei programmi spaziali. In questo quadro la componente servizi e applicazioni derivanti dall’Osservazione della Terra è destinata a crescere, creando una formidabile catena di nuovo valore in grado di arrivare a tutti gli utenti (istituzionali, commerciali e privati cittadini) grazie al volano di internet. È il Rinascimento che viene dallo spazio o la New Space Economy.

Un fenomeno che promette di aumentare i 270 miliardi di fatturato a livello globale dell’economia dello spazio attraverso la transizione da una catena del valore manifatturiera a una legata ai servizi, che grazie a Internet possono essere moltiplicati a costi irrisori. Il servizio satellitare diventa quindi un’utilità a basso prezzo in grado di generare fatturato in modo indiretto per quelle aziende che sono in grado di anticipare i bisogni della nostra società. Le tecnologie spaziali influenzano sempre di più e positivamente la nostra vita. Grazie all’Osservazione della Terra, per fare un esempio, monitoriamo con estrema precisione gli oceani, le dinamiche dei diversi ecosistemi, la vegetazione. Tutto questo ci permette un’analisi sempre più profonda dei cambiamenti climatici, di monitorare l’applicazione degli accordi internazionali tesi a contenere gli effetti delle attività umane sul clima nonché di fornire previsioni accurate per agire con più rapidità nel caso di disastri naturali. Le ricadute economiche sono potenzialmente di enorme portata: più della metà della cinquantina di variabili fisiche necessarie per sviluppare modelli climatici affidabili può essere misurata con precisione solo dallo spazio.

È con questa prospettiva che nasce il Documento di Visione Strategica dell’Agenzia Spaziale Italiana per strutturare nel corso del prossimo decennio il vasto paniere di competenze e impegni dell’Agenzia tendendo al raggiungimento di quattro finalità strategiche: 1) promuovere lo sviluppo di servizi e applicazioni per la Space Economy; 2) promuovere lo sviluppo e l’utilizzo di infrastrutture per la Space Economy; 3) accelerare e sostenere il progresso scientifico e culturale in un contesto di collaborazioni internazionali (science diplomacy); 4) accrescere il prestigio internazionale del paese (space diplomacy).

L’elenco delle finalità strategiche mostra come lo spazio investa tutti gli aspetti della nostra vita e rappresenti il paradigma della complessità del nostro tempo, un contesto in cui il sistema politico e istituzionale si confronta con una velocità sempre maggiore con le sue controparti, che sono allo stesso tempo partner e competitor. Il macro-obiettivo strategico è costruire un sistema in grado di stare nella “globalizzazione collaborativa e competitiva” dello spazio.

La sfida è stata raccolta con la creazione della Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio con lo scopo di definire nel modo più efficace la politica nazionale nel settore spaziale. Alla Cabina di Regia, che affida all’ASI il ruolo di architetto di sistema, partecipano tutti gli stakeholder del settore: università, centri di ricerca, industrie, pubbliche amministrazioni. Un lavoro che mette a sistema i canali d’intervento tradizionali della politica spaziale nazionale con le risorse e gli interessi delle varie amministrazioni pubbliche, coordinando il finanziamento congiunto (fondi nazionali, fondi strutturali europei, fondo per lo Sviluppo e la Coesione) delle iniziative spaziali ritenute prioritarie.

Il risultato è il piano strategico Space Economy che mira all’ottimizzazione ed estensione della catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti, così detto “upstream”, arriva fino alla produzione di prodotti e servizi innovativi. “abilitati”, così detto “downstream” (servizi di monitoraggio ambientale, sicurezza, previsione meteo, etc.). Lo scopo è di consentire all’Italia di trasformare il settore spaziale nazionale – un patrimonio che vale un fatturato annuo di 1,6 miliardi di euro e dà lavoro di circa 6.000 addetti – in uno dei motori propulsori della crescita del paese. A ben guardare, l’approccio del decisore politico al settore spaziale non è volto solamente a rendere più efficiente l’intervento pubblico ma lo mette su un piano diverso, ossia quello di motore e integratore dei processi d’innovazione tecnologica nella società. Così, come è già accaduto nel passato, quando l’eroica “corsa allo spazio” è stata finanziata dai governi principalmente per motivi strategico-militari, oggi il Rinascimento Spaziale iniziato negli Stati Uniti è il frutto dei grandi investimenti pubblici che hanno consentito la crescita di imprese innovative sotto la guida della Nasa. La messa in orbita, prevista nel luglio 2016, dei primi satelliti di Skybox (la società di Google) con il lanciatore italiano Vega è la dimostrazione simbolica del successo di questo approccio. Google principale prodotto commerciale della internet economy, derivata dai massicci investimenti in ricerca della difesa Usa, assieme a Vega, il lanciatore europeo, sviluppato in Italia con importanti investimenti pubblici.

L’evoluzione del settore spaziale, che qui abbiamo tracciato per grandi linee, ha un’altra importante caratteristica: è solo all’inizio. Da oggi ai prossimi 10 anni il panorama certamente cambierà, mostrandoci nuove sfide scientifiche e tecnologiche, con ulteriori potenziali ricadute positive per il nostro Paese. È quindi necessario che il lavoro fatto dalla Cabina di Regia sia rafforzato e reso sistematico dalla legge di riordino della governance del sistema spaziale di cui da tempo si discute in Parlamento e che è lo strumento necessario per rendere sistematica l’azione di coordinamento iniziata nel 2014. Un passo fondamentale per mantenere e rafforzare la posizione di potenza spaziale che, dalla geniale intuizione di Luigi Broglio ad oggi, l’Italia si è meritatamente guadagnata.