L’eclissi solare di domani coinciderà con l’equinozio di primavera. In Italia le percentuali di oscuramento del disco solare varieranno in base alla localizzazione nella penisola: dal 68% di Milano, al 56% di Roma e al 50% di Palermo. La Luna inizierà a coprire il Sole alcuni minuti prima delle 9.30, raggiungerà il massimo verso le 10.30–10.40 e si concluderà poco prima delle 12. L’eclissi sarà preziosa per fare osservazioni e studi, per esempio misurare il diametro del Sole e studiare la corona solare, lo strato più esterno dell’atmosfera della stella. Insieme ad altri, anche il satellite europeo Proba-2, potrà osservare l’oscuramento del Sole dallo Spazio. Il Sole e la radiazione che emette condiziona tutta la vita sulla Terra ed è fondamentale conoscerlo per prevederne le variazioni. Ad esempio si è scoperto che le esplosioni solari più intense possono provocare danno alla reti di distribuzione dell’energia e alcuni black-out sono stati causati proprio dalla radiazione solare. l’Europa si appresta a lanciare una sonda destinata allo studio della nostra Stella, con a bordo uno strumento realizzato dall’Asi e a guida italiana, il coronografo spaziale “Metis”. Questo strumento – erede di un altro simile lanciato 20 anni fa, a bordo della missione europeo-americana SOHO – ha un’ottica progettata per riprodurre a bordo l’effetto di un’eclisse, permettendo di osservare l’ emissione della corona solare estesa, un milione di volte più debole di quella del disco solare.
Solar Orbiter è una delle missioni spaziali che ci consentono di scoprire come è fatto l’Universo, come si è evoluto e come la Terra viene influenzata dal resto del cosmo e, analogamente a tutte le altre missioni spaziali, porterà importanti benefici e ritorni economici sulla Terra. Dal punto di vista economico, anche Solar Orbiter avrà costi di studio, realizzazione e gestione in orbita: il budget è di circa 800 milioni di euro. Suddivisi per 10 anni di sviluppo e ulteriori 10 di attività in orbita, Solar Orbiter costerà a ciascun contribuente europeo una piccola somma di denaro, “ma – fa saper l’Agenzia spaziale italiana – darà lavoro ad altissima tecnologia a tante industrie europee, con quelle italiane ai primi posti, e a tanti ricercatori, permettendo un enorme guadagno a livello di conoscenza”. Il bilancio annuale dell’Asi, inferiore a quello di Francia e Germania, è di circa 500 milioni di euro e comporta un costo pro capite inferiore ai 10 euro l’anno. “Lo spazio ci dona molto e i numeri parlano chiaro: per ogni euro investito ne abbiamo almeno 3 di ritorno. Un rapporto che cresce anche fino a 10 nel settore delle telecomunicazioni. Non a caso lo spazio è al centro dei programmi di sviluppo di tutte le nazioni industrializzate al mondo e l’Italia, è ai primi posti fin dall’inizio dell’era spaziale”.