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Elettronica, unica azienda italiana attiva nella difesa elettronica, punta a rafforzarsi in Germania. La società guidata dall’ing. Enzo Benigni, presidente e amministratore delegato, e che ha come investitori Thales e Finmeccanica, ha deciso di riorganizzare la controllata tedesca, Elettronica GmbH, su tre linee di business: produzione di altissima qualità ed innovazione di manufatti a tecnologia video-digitale per il settore industria; installazione ed integrazione di sensori su piattaforme terrestri per i settori militare e homeland security e, infine, soluzioni di validazione e test di prodotti militari, sia per clienti governativi che industriali. Nata una trentina di anni fa come società di logistica, nell’ambito dei grandi programmi multinazionali (Tornado e Eurofighter), Elettronica GmbH ha deciso di rivedere il proprio modello di business, mutuandolo dalla controllante, per aprirsi a nuove opportunità.
“Nel nostro processo di trasformazione interna, avviato qualche anno fa – ha detto Alessandro Ercolani, vp operational excellence and process improvement Elettronica – abbiamo importato alcune delle moderne logiche di settori all’avanguardia nei processi industriali, come il settore automotive e, grazie a consistenti investimenti, disponiamo adesso di strumenti di automation e di information technologies di altissimo livello, che vanno dalla iniziale gestione del cliente fino al post vendita”. Le recenti scelte sono state vincenti tanto che la società italiana punta ora ad un processo similare nella controllata in Germania. “Forti dei risultati conseguiti nel ridisegnare tutti i nostri processi interni, capitalizzando la competenza tecnologica di cui disponiamo – prosegue Ercolani -, abbiamo deciso di esportare il concetto di qualità ed eccellenza militare anche ad altri settori industriali, incluso l’automotive, dove ci concentreremo su alcune nicchie di altissima qualità ed innovazione”.
Come detto la società ha subito negli ultimi 2 anni un importante processo di trasformazione nel manufacturing, che le ha permesso “di aumentare il livello di qualità e affidabilità dei prodotti del 30% e di ridurre il time to market del 18%, grazie ad una drastica riduzione dei lead time di produzione”, afferma Simone Astiaso Garcia, vp manufacturing & industrial processes Elettronica. “Abbiamo investito molto per arrivare ad avere un manufacturing di eccellenza, basato su una nuova organizzazione, un nuovo layout standard e un nuovo modo di lavorare. Grazie a questi importanti cambiamenti siamo riusciti a superare gli standard di qualità e di efficienza di altri settori”. “I risultati sono stati ottimi – dice il responsabile -, anche sul fronte della riduzione dei costi, tanto che altre aziende eccellenti, come Thales ad esempio, stanno perseguendo le medesime scelte operative e la visita al nuovo layout produttivo è diventata un simbolo dell’eccellenza di Elettronica in tutti i processi”. Per Elettronica “il manufacturing è un critical driver per l’innovazione, la produttività e la competitività; per avere prodotti sempre più performanti ed affidabili, abbiamo sviluppato per primi un nuovo modello di integrazione tra progettazione e produzione, tramite specifiche design rules per il manufacturing su tutte le tecnologie produttive. Applicare le regole dell’automazione dei processi sul prodotto difesa non è stato facile, considerando che i volumi produttivi dei grandi progetti europei stanno scemando e sono sempre più spesso sostituiti da piccole produzioni di prodotti, tutti diversi tra loro, ma gli sforzi fatti sono serviti a consolidare il core business di Elettronica (difesa elettronica radar, ndr), a portarla su nuovi mercati con nuovi prodotti”.
“Tutto è cominciato quando il presidente e a.d. Enzo Benigni ha deciso di riorientare il lavoro non più per programmi, ma per prodotti”, ci spiega Daniela Pistoia, a capo dell’innovazione di prodotto di Elettronica. “Aver lavorato a grandi programmi di cooperazione internazionale, come Eurofighter, Fremm, NH-90, con prodotti tagliati sulla piattaforma, ci ha dato una grande spinta tecnologica, ma, in seguito, conclusa l’epoca dei grandi consorzi, è diventato fondamentale proporci sul mercato secondo modalità indipendenti dalla piattaforma, muovendoci quindi per prodotti”. Il passo successivo è stato quello di creare un nuovo catalogo prodotti che potesse essere fruibile su più piattaforme, soddisfare più requisiti operativi, più esigenze di difesa elettronica per “intercettare i requisiti futuri e crearne di nuovi, la parte difficile, ma anche la più sfidante”. Per conseguire l’obiettivo si è deciso di lavorare su tre direttrici: rafforzare il core business radar, con prodotti che consolidassero il posizionamento dell’azienda; allargare il portafoglio ad altri prodotti di difesa elettronica, quali comunicazioni, elettro-ottica e cyber ed aggregare i singoli prodotti in capacità. “Elettronica oggi – dice Daniela Pistoia – può offrire un’intera capacità di guerra elettronica, perché ha sviluppato software di comando e controllo specifici per il layer di difesa elettronica” (lo scambio di dati nella difesa elettronica è al di sotto del tempo di reazione umano, quindi, va gestito automaticamente, previa programmazione, ndr). “Tutto questo – ha aggiunto – ha comportato uno sforzo tecnico sia su domini limitrofi, sia verso comandi e controlli, che fanno riferimento a capacità di computer sciences che prima non avevamo”.
Per R&D, Elettronica ha 3 fonti di finanziamento, una interna: ogni anno vengono investiti tra i 10 e i 12 milioni di euro; una proveniente da ministero della Difesa, Agenzia europea della Difesa (Eda) e ministero dello Sviluppo economico ed una terza, che arriva da alcuni Paesi, quali Emirati Arabi Uniti e Singapore, che volendo progredire da un punto di vista tecnologico nel settore, finanziano alcune ricerche. “Questi Paesi – fanno sapere in azienda – entrano fin dall’inizio a vari livelli, compreso l’esprimere un requisito operativo”. Importante, infine, la quota parte di ricerca fatta nell’ambito dei programmi realizzativi. Elettronica ha oltre 2.700 sistemi installati in oltre 28 Paesi. Impiega circa 700 persone, ha un indotto importante in Lazio e in Italia per lavori non core e nel 2013 ha registrato ricavi per 186 milioni di euro, mentre il portafoglio ordini ammonta a 805 milioni di euro. Il 55% di tale valore proviene dal mercato europeo, il 17% dal mercato domestico mentre l’estero vale il 28%. “Facendo leva sul livello di eccellenza tecnologica raggiunto – ha detto Luca Lucidi, strategic planning manager –, siamo riusciti ad anticipare molte minacce, legate ai budget della difesa europei in continua contrazione. Grazie al processo di trasformazione attuato, siamo riusciti a vincere su mercati dove prima non eravamo presenti, con un’offerta integrata basata sull’ampliamento del catalogo prodotti. Questo ci consentirà di essere leader nella difesa elettronica anche nei prossimi anni, perché oggi riteniamo di poter essere in grado di competere in tutto il mondo”.