Anche elicotteri nei piani della Nasa per Marte

Di Michela Della Maggesa

Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa – primo centro al mondo per l’esplorazione robotica del sistema solare  – ha recentemente illustrato alla facoltà di ingegneria de La Sapienza di Roma i maggiori programmi di esplorazione dell’Universo in corso negli Usa, le attività di Osservazione della Terra e il ruolo che la tecnologia satellitare potrà svolgere per il miglioramento delle condizioni di vita sulla Terra, nonché l’importanza della cooperazione internazionale in un settore altamente sfidante, quale quello spaziale.
Direttore qual è il livello della collaborazione tra Stati Uniti ed Europa nell’esplorazione dell’Universo?
L’Europa negli ultimi anni ha compiuto enormi passi avanti nel settore spaziale. Un esempio su tutti è dato dal recente successo della missione della sonda Rosetta e di Philae, il primo lander ad eseguire un accometaggio, che ha impressionato me come il mondo intero. L’Europa ha molte missioni di successo alle spalle ed ha ottenuto brillanti risultati, pertanto la collaborazione è molto forte e su tantissime missioni.
E per quanto riguarda l’Italia e l’Agenzia spaziale italiana?
In quasi tutte le missioni del JPL e più in generale della Nasa l’Asi, così come l’industria italiana, ha un suo ruolo e questo perché è in grado di fornire elementi di grandissimo valore, specie riguardo gli strumenti scientifici. L’Italia è considerata dagli Stati Uniti uno dei principali partner, basti pensare alla missione Cassini, che adesso sta orbitando attorno a Saturno (la missione Nasa-Esa era partita nel 1997 e si concluderà nel 2017, dopo aver, grazie ad una seconda estensione, effettuato la prima osservazione completa della rotazione di Saturno e delle sue Lune, ndr), dove il vostro Paese ha il ruolo principale. Anche riguardo i programmi futuri ritengo l’Italia essere uno dei partner più attivi e di maggior valore per l’esplorazione dell’Universo, in special modo per tutte le missioni che stiamo pianificando verso Marte.
Ce ne parla?
In questo momento stiamo studiando il Pianeta per prepararci alla sua esplorazione umana. Il JPL sta pianificando alcune missioni di esplorazione robotica su Marte (si parla di 5, ndr), che saranno effettuate con dei rover molto simili a Curiosity (sul Pianeta Rosso dal 2012, ndr), ma con a bordo differenti payload e sta anche considerando la possibilità di inviarvi droni ad ala rotante, in questo momento in fase di test in California, capaci di coadiuvare in sicurezza e dall’alto il lavoro di questi rover marziani di prossima generazione, più pesanti rispetto agli attuali. I primi risultati di queste sperimentazioni li avremo nel 2016.
Quando pensate sia possibile l’arrivo dell’uomo su Marte?
Ancora non sappiamo quando il primo uomo andrà su Marte, si tratta di una sfida complessa. Quel che è certo è che da un punto di vista tecnico ed ingegneristico sarà possibile nel giro dei prossimi 20 anni. Marte, rispetto ad altre, è una missione molto complicata, ci vogliono 9 mesi per andare e 9 per tornare, ma ci stiamo lavorando.
Oltre a Marte, quali sono i principali programmi del JPL per l’immediato futuro?
Per i prossimi anni abbiamo diversi e importanti obiettivi. Stiamo cercando la possibilità di vita organica su altri Pianeti del sistema solare. Inoltre vogliamo studiare le caratteristiche degli Esopianeti, dopodiché i nostri sforzi si concentreranno sul capire come utilizzare le risorse di altri Pianeti.
Veniamo ai finanziamenti. Il budget stanziato è in grado di sostenere i programmi futuri?  
In generale posso dire che l’amministrazione americana e il Congresso stanno ben supportando le attività della Nasa, nonostante pressioni economiche di vario tipo. Lo scorso anno abbiamo ricevuto un incremento del 5% e quest’anno del 3%. In ogni caso dobbiamo riconoscere di essere sostenuti e questo perché gli Stati Uniti vogliono sviluppare la tecnologia e la scienza in generale, specie per le nuove generazioni e per i benefici che questo tipo di attività ad elevato contenuto tecnologico è in grado di offrire alla collettività.
Come vede in prospettiva la competizione con potenze spaziali quali Cina ed India?
Ogni Paese ha i suoi programmi spaziali, perche questi portano evidenti benefici. Su alcuni programmi si collabora, in altri si è in competizione. Ma questo è sano, accresce il reciproco livello di conoscenza. La combinazione tra collaborazione e competizione produce sempre risultati positivi.
 
 

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