Esercitazioni incrociate sui cieli dell’Europa

Di Stefano Pioppi

Giorni di traffico intenso sui cieli del Vecchio Continente. Dall’Italia al Mare del Nord, gli F-16 americani basati ad Aviano, in Friuli, sono da giorni protagonisti di una serie di manovre tese a rafforzare l’integrazione tra assetti Nato per la difesa aerea. Nel frattempo, gli Eurofighter italiani impegnati in Lituania hanno già intercettato velivoli militari russi sui cieli dell’est Europa. Più a sud, i bombardieri strategici Usa B-52 si sono esercitati con i caccia F-16 della Grecia, con un altro segnale diretto ad Ankara. “Le nostre forze sono sempre pronte a lavorare insieme agli alleati, svolgendo il controllo dello spazio aereo in supporto della nostra comune sicurezza”, ha spiegato in un tweet la rappresentanza degli Stati Uniti alla Nato, mostrando l’immagine di un F-16 basato ad Aviano in volo notturno sull’Italia.

Si tratta di occasioni utili a testare e migliorare l’interoperabilità tra alleati, facendo ricorso a procedure standardizzate e manovre d’integrazione, segnale di vicinanza tra partner che non si è attenuato durante la pandemia.

ESERCITAZIONI SUL MARE DEL NORD

Gli F-16 americani del 510mo e del 555mo Fighter Wing di stanza ad Aviano si sono diretti verso la base britannica di Lakenheath la scorsa settimana. L’impegno più rilevante è andato in scena il 10 settembre, con l’esercitazione Point Blank 20-04 che ha coinvolto oltre 50 velivoli sui cieli del Mare del nord, rotte che da mesi hanno registrato il crescente attivismo russo. Oltre gli F-16, gli Usa hanno impegnato per le manovre i caccia F-15 e i tanker KC-135; per la Royal Air Force britannica hanno partecipato, tra gli altri, i caccia Eurofighter e i velivoli F-35. D’altra parte, tra gli obiettivi dell’impegno c’era anche l’integrazione operativa tra assetti di quarta e di quinta generazione in attività di difesa aerea. Debutto in Point Blank per i bombardieri strategici americani B-52, già protagonisti lo scorso 28 agosto della massiccia Allied Sky, in cui (in sei) hanno sorvolato tutti e trenta i Paesi membri della Nato.

IL SUPPORTO AEREO DA AVIANO AL REGNO UNITO

In realtà, gli F-16 americani di Aviano avevano iniziato il 9 settembre ad esercitarsi con i colleghi britannici sul supporto aereo ravvicinato (capacità-chiave nei moderni contesti operativi) dalla base di Lakenheath, anche con voli in notturna. Manovre intrecciatisi a quelle degli F-15 del 48mo Fighter Wing, impegnati anch’essi in voli notturni tra l’8 e il 10 settembre sul Mare del Nord (e poi di nuovo da lunedì scorso ad oggi). “Dobbiamo esercitarsi come se fossimo in combattimento, così da mantenere prontezza operativa, e il volo notturno è una componente fondamentale che dobbiamo continuare ad adattare”, ha spiegato il colonnello Jason Camilletti, comandante del Fighter Wing, scusandosi contestualmente con gli abitanti dell’Anglia orientale, nell’est del Paese.

L’AM ITALIANA IN LITUANIA

Più ad est, nel frattempo, l’Italia ha ripreso la guida della missione di Air policing della Nato nei Paesi Baltici, tesa a garantire la sicurezza dello spazio aereo dei tre giovani membri dell’Alleanza, primi di autonomi sistemi di difesa aerea. A pochi mesi dall’impegno degli F-35 in Islanda (bissando il primato dello scorso anno), l’Aeronautica militare ha inviato nella base lituana di Siauliai quattro Eurofighter, cuore della task force Baltic Thunder, entrata in operatività l’8 settembre insieme al personale di supporto tecnico, logistico e amministrativo. Tre giorni dopo, è scattato il primo scramble. I velivoli italiani sono entranti in modalità “quick reaction alert”, con ordine di decollo immediato per andare a intercettare un velivolo non identificato. Si trattava di un Il-20 “Coot”, velivolo per intelligence elettronica equipaggiato con molteplici strumenti (tra radar, sensori e antenne) per recepire e disseminare informazioni. Dalle foto circolate via Twitter, parrebbe scortato da almeno un caccia Su-27, coppia comunque già riscontrata in precedenti scramble nella stessa area.

La zona del Baltico resta intanto in attesa di “Astral Knight 2020”, esercitazione ormai in partenza che coinvolgerà le Forze armate di Usa, Polonia, Lettonia, Estonia, Lituania e Svezia tra componenti terrestri e aeree.

TRA UCRAINA E BIELORUSSIA

Tra gli impegni più particolari della settimana resta comunque il volo di tre bombardieri americani B-52 con alcuni Su-27 ucraini, parte della “Bomber Task Force Europe” che ha già indispettito parecchio Mosca. Tale operazione, ha spiegato il Comando europeo degli Stati Uniti “dimostrano e rafforzare il nostro impegno comune alle sicurezza e alla stabilità globali”. Esercitazioni tra Ucraina e Paesi Nato sono ormai frequenti. Ieri, a terra, è partita Trident 20, appuntamento annuale ospitato dell’Ucraina con militari provenienti da altri otto Paesi. Guidate dallo Us Army in Europa, quest’anno le manovre coinvolgono 4.100 militari, con quartier generale delle operazioni (fino al 25 settembre, a Yavoriv, al confine con la Polonia. Da notare, che lunedì scorso sono partite nella vicina Bielorussia le azioni militari congiunte della Fratellanza slava, con i militari russi arrivati nel Paese accompagnati dal sostegno politico (ed economico) contestualmente offerto a Sochi da Vladimir Putin al contestato presidente Aleksandr Lukashenko. Ieri, a Minsk c’era il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu.

IL MEDITERRANEO ORIENTALE

In termini di teatri “sensibili” e di cieli trafficati, non è certo da meno il Mediterraneo orientale, area di crescente tensione nelle ultime settimane tra Grecia e Turchia. Tensione già tradottasi in diverse manovre militari, con il coinvolgimento di tutti gli attori della regione comprese Germania, Francia e Italia. L’ultima della serie è andata in scena ieri, con quattro F-16 dell’Aeronautica greca che si sono esercitati con un B-52 americano, sempre nell’ambito della Bomber Task Force Europe. Nonostante la contesa greco-turca ci giochi sulle acque calde del Mediterraneo, la componente aerea è stata coinvolta da subito nel risiko, tra gli F-16 degli Emirati Arabi schierati su Creta (in ottica anti-turca), quelli di Ankara a supportare le operazioni marittime, e la recente conferma sull’acquisto di Atene dalla Francia di 18 Rafale.

(Foto Twitter: Stato maggiore della Difesa)

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