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Ogni giorno sulla Terra si abbattono polveri e materiale roccioso provenienti dallo spazio, per un totale di oltre 100 tonnellate di peso. La maggioranza di questi corpi, fortunatamente, è di dimensioni sufficientemente piccole da bruciare nell’atmosfera. Eppure, ogni 10mila anni circa un asteroide di 100 metri di diametro si schianta sul nostro pianeta; e ogni qualche centinaio di migliaia di anni arriva un corpo grande abbastanza da causare un disastro globale.
A fronte di questo quotidiano “bombardamento celeste” il monitoraggio umano è ancora scarso: milioni di oggetti rocciosi hanno orbite che li portano vicino alla Terra, ma noi ne abbiamo scoperti solo 13mila. Più i corpi sono piccoli, minore è la loro superficie e meno riflettono la luce, apparendo più scuri e quindi più difficili da individuare. Gli scienziati temono che vicino alla Terra si trovino almeno un milione di oggetti con un diametro di 40 metri circa: non abbastanza da spazzare via l’umanità, ma sufficiente per creare un danno regionale. E noi abbiamo individuato solo l’1% di essi.
A fronte del rischio di collisione, non probabile ma comunque concreto, si contano cinque principali missioni di monitoraggio asteroidi, a guida statunitense, che contribuiscono a evitare che un oggetto colpisca la Terra. Alcune di queste missioni sono già avviate, altre solo in progetto.
NEOCam è un telescopio a infrarossi largo 50 centimetri progettato per lavorare nello spazio, tra la Terra e il Sole, cercando le tracce del calore sprigionato dagli asteroidi. La Nasa ha selezionato questa missione tra le finaliste del Discovery program, e si discute di un lancio nel 2021. Lavorerà per quattro anni con l’obiettivo di individuare il 67% degli asteroidi più grandi, misurandoli, determinandone la composizione chimica e rilevandone la rotazione e le orbite.
Anche NEOWISE individua asteroidi attraverso il calore che essi sprigionano, usando i dati rilevati dal telescopio Wise.
Pan-STARRS (acronimo inglese per Telescopio di rilevazione panoramica e sistema di risposta rapida) ha invece in dotazione un telescopio che abbraccia una larghezza di 1.8 metri e può osservare sette gradi del cielo contemporaneamente. Inaugurato nel 2014, il sistema dovrebbe essere in grado di rilevare oggetti fino a 100 volte più scuri rispetto agli altri strumenti attualmente attivi. Gli esperti calcolano che sia in grado di individuare praticamente tutti gli asteroidi grandi 300 metri o più.
Nei suoi anni di attività, il programma LINEAR (Lincoln Near-Earth Asteroid Research), acquartierato nelle zone rurali del Nuovo Messico, ha scoperto migliaia di asteroidi vicini alla Terra. Utilizza telescopi originariamente progettati per spiare satelliti nell’orbita terrestre.
Ma è la missione Catalina Sky Survey, gestita dall’Università dell’Arizona, ad avere recentemente scalzato LINEAR come il più prolifico scopritore di oggetti. Il progetto è famoso per essere stato il primo ad aver effettivamente individuato un asteroide che si sarebbe schiantato sulla Terra, consentendo agli scienziati di seguirne l’impatto nel nord del Sudan, dove poi sono stati raccolti e analizzati i detriti.