Ormai ci siamo davvero. Alle 16:48 di domani, ora italiana, il lander Schiaparelli dovrebbe posarsi sulla superficie di Marte. ExoMars, la missione che l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha sviluppato in collaborazione con quella russa Roscosmos, si appresta così a un momento decisivo. Due giorni fa, infatti, la sonda orbitale Trace gas orbiter (Tgo) e il modulo di discesa che prende il nome dallo scienziato italiano che per primo mappò la superficie del Pianeta rosso si sono separati, a una distanza di circa un milione di chilometri da Marte. Shiaparelli si sta avvicinado a Marte fino a quando, domani pomeriggio, entrerà nell’atmosfera e appena sei minuti dopo toccherà la superficie. La sonda Tgo ha invece preso una traiettoria diversa e resterà più distante, avvicinandosi lentamente per attestarsi, l’anno prossimo, a un orbita di 400 km dal Pianeta al fine di effettuare indagini circa la presenza di metano e altri gas nell’atmosfera. Tutto sotto controllo per ora, nonostante il piccolo problema riscontrato poco dopo il distacco: la sonda Tgo non ha inviato i segnali telemetrici (on-board status information) per circa mezz’ora, pur confermando il proprio status operativo. Il direttore delle operazioni di volo Michel Denis ha informato poi dell’avvenuta risoluzione del problema che è ancora oggetto di studio e approfondimento da parte degli innumerevoli scienziati che partecipano alla missione.
La discesa di Schiaparelli è forse il momento più delicato di questa prima parte di ExoMars. La missione dedicata all’esplorazione di Marte si compone, infatti, anche di una seconda fase. Nel 2020, sempre a bordo di un razzo Proton (come quello usato per il lancio dello scorso marzo), verranno mandati su Marte un rover europeo in grado di muoversi ad ampio spettro e di penetrare e analizzare il suolo del pianeta, e una piattaforma di superficie stazionaria russa. Nel suo complesso, la missione è finalizzata a comprendere i caratteri geochimici del pianeta, a conoscerne l’ambiente e gli aspetti geofisici, a identificare possibili rischi per le future missioni umane, ma soprattutto a cercare le eventuali traccie di vita presente e passata. C’è poi l’obiettivo strategico per l’Esa: dimostrare la propria capacità autonoma per ciò che concerne l’atterraggio controllato sulla superficie marziana, l’operatività sul suolo e l’accesso al sottosuolo per il prelievo e l’analisi di campioni. In questo, il ruolo italiano è notevole. Il nostro Paese è il primo contributore della missione (pari a circa il 32%). Il consorzio europeo impegnato in ExoMars è guidato da Thales Alenia Space Italia (joint venture tra Thales 67% e Leonardo-Finmeccanica 33%), mentre Telespazio (joint venture al contrario tra Leonardo 67% e Thales 33%) è responsabile del segmento di terra. Molti strumenti scientifici a bordo sono italiani e italiano sarà il centro di controllo del rover che arriverà su Marte nel 2021, presso Altec a Torino.
L’Agenzia spaziale italiana (Asi) aspetterà l’arrivo di ExoMars al Palazzo delle Esposizioni a Roma insieme all’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), Leonardo-Finmeccanica, Thales Alenia Space Italia e il National Geographic Channel. L’Esa, per tutti gli appassionati, offrirà lo streaming dell’evento tramite il proprio sito web, con un ritardo di circa dieci minuti. Questo è infatti il tempo che impiegherà il segnale per raggiungere la Terra.