Il Dipartimento della Difesa americano ha definito e assegnato le prime attività di manutenzione, riparazione e aggiornamento (MRO&U) per l’F-35 al di fuori degli Stati Uniti. Si tratta di 65 elementi, riguardanti 18 diverse componenti da sostenere del velivolo, tra cui l’avionica, che saranno effettuate dalle industrie nazionali dei Paesi partner, di 774 complessivi, “a supporto – fa sapere il Joint Program Office dell’F-35 – dei requisiti di breve termine delle flotte di F-35. Questi saranno rivisti, secondo le necessità del programma, “non oltre i prossimi 5 anni”. Quanto alle rimanenti assegnazioni, queste saranno stabilite entro 2 o 3 anni, per avere alla fine capacità di manutenzione regionale in Europa e Pacifico per tutte le 774 parti individuate.
Il programma prevede di alzare il livello di queste capacità iniziali nell’MRO&U nel 2021 e di servire tutti gli F-35 in operazione fino al 2025. Alla base della decisione, la domanda di intervento sulle flotte dal 2021 al 2025, che, si legge, potrà essere “soddisfatta da un’unica fonte a livello globale”. Le assegnazioni MRO&U risultano pertanto divise in due: una per l’attività globale dal 2021 al 2025 e una per le attività regionali dal 2025 in poi.
In particolare, dal 2021 al 2025, il Dipartimento della Difesa ha assegnato 48 delle prime 65 attività al Regno Unito e 14 all’Olanda, per quanto riguarda l’Europa, mentre per la zona del Pacifico 3 sono state attribuite all’Australia. I tre Paesi serviranno tutti gli F-35 fuori dagli Usa. Oltre il 2025, il DoD ha assegnato per l’Europa 51 delle prime 65 componenti al Regno Unito e 14 all’Olanda. Per la regione del Pacifico sono state assegnate 64 di 65 attività all’Australia e 1 alla Corea.
Queste prime assegnazioni – fa sapere il JPO – non precludono la possibilità per altri Paesi partner e clienti in regime di FMS, inclusi quelli a cui sono state attribuite le prime capacità su strutture (tra cui l’Italia, ndr) e motore, di partecipare al sostegno delle flotte con ulteriori attività su altre componenti, come simulatori full mission, sistema ALIS (Autonomic Logistics Information System) e dispositivi per l’addestramento alla manutenzione. “Si tratta delle prima di molte opportunità che abbiamo previsto per il sostegno globale delle flotte”. Ha dichiarato il generale Chris Bogdan, Program Executive Officer dell’F-35. “Quando le consegne dell’F-35 si incrementeranno e si espanderanno le operazioni del velivolo, il supporto operativo fornito dagli utilizzatori del caccia aumenterà di conseguenza”.
L’assegnazione appena effettuata dagli Usa rappresenta circa l’8% dell’attività totale di riparazione e aggiornamento. Una Requests for Information (RFI) per le attività di sostegno del JSF è stata rilasciata a ottobre e sarà valutata durante il 2017. Nel 2014, come noto, il DoD aveva assegnato capacità di MRO&U aventi ad oggetto strutture e motore per Europa e Pacifico, a supporto delle attività di breve periodo. Anche in questo caso la decisone sarà rivista e aggiornata entro 5 anni. In particolare, per quanto riguarda l’Europa, la capacità iniziale su aerostrutture è appannaggio della Final Assembly and Checkout (FACO) di Cameri (No), che comincerà ad effettuarla nel 2018. Se il programma necessiterà di attività addizionale in questo ambito, sarà il Regno Unito a fornirla, tramite BAE Systems, mentre la manutenzione pesante sui motori sarà fornita inizialmente dalla Turchia, con Norvegia e Olanda pronte dopo 2/3 anni dall’inizio delle attività. In Asia Pacifico il DoD ha assegnato la gestione delle strutture al Giappone (Mitsubishi Heavy Industries) per il Nord pacifico e all’Australia (BAE Systems) per il Sud. Per l’F135 la capacità iniziale sarà fornita dall’Australia e dal partner industriale TAE. Il Giappone con IHI Corporation sarà in grado di fornire capacità addizionale circa 3-5 anni dopo.
Relativamente alla produzione invece, è di poco tempo fa la notizia della firma, da parte del Pentagono, del contratto per il lotto (LRIP) di produzione a basso rateo 9, per un totale di 57 caccia F-35: 42 A, 13 B e altrettanti C. Il contratto, che ha un valore di 6,1 miliardi di dollari, non comprende la LRIP 10, contrariamente a quanto voleva il prime contractor, Lockheed Martin. LRIP 9 e 10 assieme avrebbero avuto un valore di circa 14 miliardi di dollari per un totale di 150 caccia. Nel lotto numero 9 sono presenti due F-35 per l’italia, uno in versione convenzionale e l’altro STOVL. Intanto, tra poco, “entro fine anno”, si dice, dovrebbero arrivare sulla base AM di Amendola i primi due F-35A italiani.