Non solo F-35. Tra Usa e Italia legami più stretti

Di Michele Pierri

La scelta del Pentagono di fare dello stabilimento di Cameri l’hub europeo per l’assemblaggio degli F-35 non è stata casuale, ma dettata dalla voglia di rafforzare le relazioni tra Italia e Stati Uniti.
Questo dettaglio, nel nostro Paese, è sfuggito a molti, ma forse da ieri sono un po’ meno. L’importanza di quella decisione è stata infatti ribadita da una personalità di primo piano, il generale Martin Dempsey, numero uno del Joint Chiefs of Staff.
Il più alto ufficiale delle delle Forze armate americane, accompagnato dall’ambasciatore John Phillips, è stato ricevuto a Roma dal ministro Roberta Pinotti, che ha ringraziato per il ruolo della Penisola nelle principali missioni all’estero e nel contrasto all’Isis.
Terrorismo e foreign fighters restano temi di fortissima collaborazione tra Europa e Usa, a maggior ragione dopo la strage di Parigi. Ma la discussione ha toccato anche il ruolo della Nato, punto di riferimento nella cooperazione tra le due sponde dell’Atlantico, soprattutto in ambito elettronico. Dopo l’hackeraggio dell’account Twitter del Centcom, le traversie di Sony e altri episodi di questo tipo, la Casa Bianca ha deciso di fare di questo tema una priorità e il Vecchio continente e l’Italia non possono essere da meno.
In una recente intervista, lo stesso Dempsey ha definito con grande preoccupazione il cyberspazio come un terreno in cui gli attori sono tutti sullo stesso piano. Ecco perché, nella possibilità di pericolosi attacchi a infrastrutture critiche e obiettivi strategici, intensificare il gioco di squadra tra Europa e Usa rappresenta una delle migliori risposte possibili.