F-35, consegnato alla Difesa il primo velivolo a decollo corto

Di Stefano Pioppi

È stato consegnato questa mattina al ministero della Difesa, e da questi alla Marina militare, il primo F-35 nella versione Stovl (decollo corto e atterraggio verticale, anche conosciuta come B) interamente assemblato in Italia, presso lo stabilimento di Cameri.

LA CONSEGNA

La cerimonia si è svolta nella Faco novarese, alla presenza del capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano e del capo di Stato maggiore della Marina Valter Girardelli. Hanno partecipato, tra gli altri, il direttore di Armaereo Francesco Langella, Filippo Bagnato, Aircraft division managing director di Leonardo e Douglas Wilhelm, vice president F35 customer programs di Lockheed Martin.

La consegna rappresenta un nuovo (e doppio) primato per l’Italia all’interno del programma del caccia di quinta generazione su cui ha scommesso per il futuro del proprio potere aereo. Il velivolo (BL-1) è infatti il primo F-35 B ad essere stato realizzato al di fuori degli Stati Uniti, nelle stabilimento di Cameri. Al tempo stesso, l’Italia diventa il primo Paese, dopo gli Usa, a riceve un Joint strike fighter (Jsf) nella versione B. Ora, il velivolo sarà trasferito da un pilota italiano negli Stati Uniti, presso la Naval Air Station Patuxent River nel Maryland, per conseguire la certificazione Electromagnetic Environmental Effects in merito alla compatibilità elettromagnetica. BL-1 ha effettuato il suo roll out lo scorso maggio e poi, a fine ottobre, il primo volo in modalità Stovl (atterraggio verticale).

L’F-35 B PER LA MARINA

“L’impiego del velivolo F-35B a bordo della portaerei Cavour – si legge sul sito della Marina militare – rappresenta per la Marina e per l’Italia un vero e proprio salto generazionale, in grado di aumentare le capacità di proiezione di forze sul mare e dal mare ed il livello di protezione delle Unità navali della Flotta”. Il punto di forza del velivolo, prosegue la forza armata, “è rappresentato dalla moderna suite avionica e dalle potenzialità dei sensori di bordo che, completamente integrabili nei moderni campi di battaglia digitali, forniscono al pilota capacità di valutazione dello scenario operativo del tutto innovative”.

IL RUOLO ITALIANO E LO STABILIMENTO DI CAMERI

La partecipazione italiana al programma è di tutto rispetto, soprattutto attraverso la Faco (Final assembly and check out) di Cameri, una delle tre al mondo per il programma F-35 (le altre due si trovano in Texas, a Fort Worth, e in Giappone, a Nagoya). Lo stabilimento è gestito da Leonardo in collaborazione con Lockheed Martin Aeronautics attraverso un team di oltre 800 professionisti qualificati impegnati nell’assemblaggio delle varianti F-35 A, a decollo e atterraggio convenzionale, e F-35 B e nella produzione delle ali per l’F-35A. “La produzione del primo modello di F-35 B, la variante più complessa dal punto di vista tecnologico, presso la Faco italiana è una chiara dimostrazione delle eccellenti capacità e della qualità dell’industria aerospaziale italiana”, ha spiegato il manager di Lockheed Martin Doug Wilhelm. “La Faco di Cameri – ha aggiunto – si conferma un centro d’eccellenza per gli F-35 in Europa.”

Quella di oggi è solo l’ultima milestone del programma italiano. A settembre 2015, è stato AL-1 (il primo F-35 A italiano) ad effettuare il primo volo internazionale del programma. A febbraio dell’anno dopo, lo stesso velivolo ha compiuto la prima trasvolata oceanica. Ad oggi, nove F-35 A e un F-35 B sono stati consegnati dalla Faco di Cameri unico sito produttivo per l’F-35 B situato fuori dagli Usa; quattro di questi velivoli attualmente si trovano all’Air Force Base di Luke, in Arizona, per il programma internazionale di addestramento dei piloti, e cinque si trovano presso la base di Amendola. Lo stabilimento, inoltre, ha in programma la produzione di 29 F-35 A per l’Aeronautica militare olandese e ha la capacità di soddisfare le richieste anche di altri partner europei in futuro. La Faco italiana sta anche producendo 835 set di cassoni alari per l’F-35 A a supporto di tutti i clienti del programma. L’Aeronautica militare italiana, ricorda in una nota il ministero della Difesa, ha già superato le 1.700 ore di volo con la sua flotta di F-35 A.

IL PROGRAMMA DI LOCKHEED MARTIN

Nel frattempo, il programma aumenta sia per quantità di velivoli prodotti, sia per numero di Paesi aderenti. Per quanto riguarda i costi, l’obiettivo del costruttore americano, per la versione A, è di arrivare a 80 milioni di dollari per il Lotto 14 (2022). Già ora, rispetto al contratto per il primo lotto, il costo unitario è diminuito del 60%. Nel 2017, il colosso statunitense ha consegnato 66 F-35 (+40% rispetto all’anno precedente), rispettando il target condiviso dall’azienda e con il governo americano. Gli aerei consegnati agli Stati Uniti e ai clienti internazionali sono arrivati così a superare quota 265. L’aumento annuale, secondo il colosso americano, permetterà di raggiungere un rateo pieno di circa 160 velivoli nel 2023.

(Foto: Ministero della Difesa)

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