Galileo debutta con Ariane

Di Michela Della Maggesa

È previsto per domani, intorno alle 14:06 (ora italiana), il lancio di altri quattro satelliti della costellazione Galileo, alternativa europea al GPS americano. Si tratta anche di un debutto, dal momento che per il programma verrà utilizzato per la prima volta un Ariane V, giunto alla sua 88° opportunità di lancio. I sette lanci precedenti sono stati eseguiti con la Soyuz a gruppi di due. Prima volta anche per una modalità di volo a quattro. La missione, porterà la flotta di satelliti europei a quota 18, su un totale di 24 operativi più 6 di riserva e sarà l’occasione per testare le prestazioni del vettore e del dispenser realizzato ad hoc per rilasciare a coppie di due i quattro satelliti nell’orbita MEO – Medium Earth Orbit – ad un’altezza di 23.000 chilometri. Le operazioni di aggancio dell’orbita saranno completate circa 3 ore e 35 minuti dopo il lift off: successivamente i due gruppi si avvieranno verso le rispettive posizioni, che saranno raggiunte in 9 e 13 giorni.

La sfida sarà gestire contemporaneamente i quattro payload. Dopo la separazione dal vettore, si entrerà nella fase critica, durante la quale ogni satellite dovrà aprire i propri pannelli solari e avviare le comunicazioni con il centro di controllo per essere guidato da remoto verso la destinazione finale. A coordinare le operazioni un team Esa-Cnes. Un ruolo importante nel programma, frutto della collaborazione tra Agenzia spaziale europea e Unione europea, con l’importante contributo dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), lo ha anche l’industria nazionale. Nei satelliti già in orbita, in quelli che verranno lanciati domani e in quelli in costruzione, un’importante componente tecnologica è sviluppata da Leonardo-Finmeccanica, che ha realizzato i sensori di assetto IRES-N2 (Infrared Earth Sensor), utilizzati per il controllo della posizione dei satelliti, e gli orologi atomici all’idrogeno PHM (Passive Hydrogen Maser), i più accurati mai realizzati per la navigazione satellitare, con un errore di appena un secondo ogni tre milioni di anni.

Leonardo ha inoltre partecipato alla fase di Sviluppo e Validazione in Orbita (IOV) con il ricevitore per il servizio Public Regulated Service (PRS), dedicato a enti governativi e operatori con speciali requisiti di sicurezza, per cui sta adesso rilasciando gli esemplari per la sperimentazione operativa. Telespazio ha realizzato, al Fucino, uno dei due centri di controllo che gestiscono la costellazione e la missione del programma. Attraverso Spaceopal, joint venture con l’Agenzia spaziale tedesca, Telespazio è responsabile delle operazioni di missione e supporta il Cnes e Arianespace nelle operazioni di lancio e messa in orbita, oltre ad essere impegnata nella fase di validazione degli early services del programma e nella realizzazione di applicazioni basate su Galileo. Nel segmento di terra, Telespazio è responsabile anche del simulatore della costellazione e della piattaforma di assemblaggio, integrazione e validazione.

Thales Alenia Space, partner di Galileo fin dall’inizio, fornisce invece supporto industriale all’Esa, svolgendo attività di sistema relative alla progettazione, prestazione, integrazione e validazione del sistema e per il controllo dell’intero sistema satellitare di navigazione. L’azienda fornisce inoltre importanti componenti tecnologiche come le unità di generazione del segnale e le antenne per i primi 22 satelliti della fase FOC (Full Operation Capability) della costellazione, e la Precision Time Facility (PTF) , che genera e gestisce la scala dei tempi del sistema Galileo, e il Galileo Reference Chain (GRC), che riceve e controlla il segnale di Galileo nel segmento di terra. A Roma Thales Alenia Space ha eseguito anche assemblaggio, integrazione e test dei 4 satelliti IOV (In Orbit Validation). Con Galileo, l’Europa disporrà di un sistema di navigazione e localizzazione satellitare per usi civili con una precisione nel rilevamento della posizione mai ottenuta prima.

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