Galileo: iniziata la fase operativa

Di Emiliano Battisti

Nel pomeriggio di ieri giovedì 22 agosto, precisamente alle ore 14.27, la versione europea del razzo Soyuz ha portato in orbita una coppia di satelliti per il posizionamento e la navigazione del programma europeo Galileo. Questi due satelliti, sono i primi della serie atta a raggiungere la piena capacità operativa iniziale (Full Operational Capability-1 – FOC-1) per il 2015 e quella finale (FOC-2) entro la fine del decennio. In serata, dopo lo sganciamento dei satelliti dallo stadio Fregat del Soyuz, Arianespace ( il consorzio europeo che gestisce lanci e lanciatori) e l’Esa (Agenzia Spaziale Europea) hanno notato una differenza tra l’orbita raggiunta e l’orbita obiettivo. Al momento sono in corso degli accertamenti sulle cause di questa anomalia e sulle eventuali ripercussioni sulla missione. Entrambi i satelliti sono sotto controllo tramite il centro Esoc (European Space Operations Centre) dell’Agenzia.

Il programma Galileo è gestito congiuntamente dall’Esa e dall’Unione europea (tramite la Commissione), che ne gestiscono anche i fondi. Dopo l’approvazione del bilancio Ue per il 2014-2020, alla navigazione satellitare sono stati assegnati circa 7 miliardi di Euro, da distribuire tra i programmi Egnos (European Geostationary Navigation Overlay System) e Galileo. Il sistema fornirà agli utenti quattro tipologie di servizio differenti:

·         Open Service (OS);

·         Search and Rescue (SAR);

·         Commercial Service (CS);

·         Public Regulated Service (PRS).

 

L’Open Service sarà il segnale per il pubblico generale, con un alto grado di precisione e fornito gratuitamente. Il SAR contribuirà al sistema internazionale COSPAS-SARSAT per la ricerca e soccorso tramite appositi transponder installati all’interno dei satelliti. Il Commercial Service utilizzerà un segnale ad alta precisione e criptato, disponibile a pagamento per gli utenti che ne faranno richiesta. Il PRS è stato pensato per utenti istituzionali come governi, autorità pubbliche e di sicurezza; il livello di crittazione è molto simile al Military Code (M-Code) del GPS statunitense. Il Public Regulated Service è aperto anche a utilizzi di tipo militare.

Galileo offrirà agli utenti i servizi OS, SAR e PRS nella fase FOC-1, a questi si aggiungerà il CS nella FOC-2.  Una volta operativo, il sistema sarà interoperabile con il GPS statunitense.

La storia dei due satelliti Galileo lanciati ieri è stata travagliata. Il prime contractor, la tedesca OHB ha consegnato il primo al centro Estec (European Space Research and Technology Centre) dell’ESA nel Maggio del 2013 e il secondo nell’Agosto successivo. Presso l’Estec, si svolgono i test e i controlli standard prima di poter dare il via libera all’invio dei satelliti (o qualsiasi altro payload) presso il Centro Spaziale della Guyana francese a Kourou per il lancio. Il ritardo nella consegna (era prevista per diversi mesi prima) e le difficoltà incontrate durante la campagna di test hanno fatto sì che il lancio fosse rinviato al 2014, rendendo vana la speranza della Commissione Europea di rendere fruibili agli utenti i primi servizi del sistema Galileo entro la fine di quest’anno. Un ulteriore contributo al ritardo è stato il fatto che, al momento, l’unico vettore a disposizione di Arianespace per portare in orbita i satelliti Galileo a coppie è il Soyuz. Quest’ultimo è molto richiesto dai clienti del consorzio europeo e i posti sono limitati (solitamente ci sono tre o quattro lanci all’anno di questo vettore da Kourou). Per ovviare a quest’ultimo problema, ESA e Arianespace hanno recentemente siglato un accordo per l’utilizzo del vettore pesante Ariane-5 ES per mettere in orbita quattro satelliti Galileo per volta. Il contratto ha un valore di circa 500 milioni di Euro e i lanci avverranno tra il 2015 e il 2017.   

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