La questione F-35, ora nelle mani del nuovo esecutivo, non rappresenta solo una scelta di strumento militare, ma anche un fattore di credibilità per la politica industriale e una leva di relazioni internazionali. Ad oggi, il ruolo italiano nel programma nonostante i tagli è notevole, sia per i velivoli destinati alle nostre Forze armate, sia per quelli di altri Paesi che hanno scelto il jet di quinta generazione prodotto da Lockheed Martin.
Il cuore italiano del programma è lo stabilimento di Cameri, in provincia di Novara, unico centro di assemblaggio e verifica finale nel Vecchio continente. Qui è stato realizzato l’F-35 che, per primo nella storia del programma, ha compiuto una trasvolata oceanica a febbraio 2016. Due anni dopo, sempre da qui è uscito il primo F-35 a decollo corto e atterraggio verticale assemblato al di fuori degli Stati Uniti. Il prossimo appuntamento è per domani, quando nello stabilimento si terrà la cerimonia di roll out per il primo velivolo olandese. L’evento è rilevante, e soltanto il processo di formazione del nuovo esecutivo ha costretto l’Olanda a partecipare con un sottosegretario e non con il ministro competente. L’attenzione dell’Aia è comunque massima…
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