I nuovi progetti di Fincantieri dopo l’Australia

Di Michela Della Maggesa

Dopo la sconfitta in Australia per la fornitura alla Marina di nuove unità navali, Fincantieri  – vicina a chiudere l’accordo su STX France -, guarda sia agli Stati Uniti, dove è in corsa con una FREMM customizzata per le nuove fregate multiruolo dell’US Navy (programma FFG(X), sia a nuovi progetti nazionali, compresa la possibilità di costruire navi per servire le isole, una volta avviata la ripresa del settore. “A Palermo – ha detto alla stampa Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, a margine di un convegno – si potrebbero costruire e ammodernare piccole navi con cui collegare le isole. Gli stanziamenti pubblici ci sono, si tratta di avviare le procedure necessarie”.

Sui cantieri navali di Palermo, attivi nella costruzione, riparazione e trasformazione navale, Fincantieri ha intenzione di avviare a breve un piano di investimenti che riguarderanno la linea di costruzione dei pannelli, il nuovo impianto al plasma per il taglio delle lamiere, nuove aree coperte e un programma per il potenziamento della sicurezza. “Solo per quest’ultimo punto – spiega Bono – sono previsti 20 milioni di euro”.  A chiedere il rilancio e la prosecuzione delle attività dei cantieri siciliani, anche i sindacati che sottolineano quanto Fincantieri e la portualità in generale siano per una terra come la Sicilia “attività decisive”. “Stiamo lavorando per realizzare le opere sul bacino da centocinquantamila tonnellate ma servono ulteriori 85 milioni”, dichiara a Italpress il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti. “Siamo convinti – ha aggiunto – che questo cantiere sia capace di fare new building e che le istituzioni debbano mettere Fincantieri in condizione di operare al meglio”.

Tornando alla più grande commessa navale di questi ultimi decenni, quella dell’Australia per nove fregate, del valore di oltre 23 miliardi di euro, vinta da Bae Systems, che ha battuto Fincantieri e la spagnola Novantia, Michele Nones sottolinea in un articolo, pubblicato su Affari Internazionali, che dal confronto della proposta italiana, basata sul programma italo-francese FREMM, con la concorrenza emerge un aspetto particolare: “Le fregate inglesi sono ancora in fase di progettazione e saranno disponibili solo al termine del prossimo decennio, mentre le fregate italiane sono già operative e hanno raggiunto la completa maturità, azzerando i rischi della prima unità”. “Gli australiani – scrive il consigliere scientifico dello IAI – sembrano aver scommesso su una nave valida sulla carta, invece che su una che si è già dimostrata efficiente. Decisione che non può essere giustificata sul piano tecnico ed operativo”.

Fincantieri, protagonista assieme alla Marina e a rappresentanti del governo di un tour delle FREMM culminato con l’arrivo in Australia di una unità navale, aveva previsto investimenti diretti per la costruzione delle navi in loco ed un ampio coinvolgimento di sub-fornitori locali. “Si sarebbe potuto fare di più e meglio – sottolinea Nones -, consolidando i rapporti fra i due Paesi con un nuovo accordo bilaterale che sancisse il riconoscimento da parte italiana del valore strategico di questa collaborazione e dell’Australia come partner privilegiato, anche ai fini delle semplificazioni sulle procedure di esportazione previste dalla Legge 185/90”. Probabilmente  “la crisi politica interna ha penalizzato la proposta italiana, perché la soluzione a cui si è pervenuti ha ulteriormente rafforzato preoccupazioni e dubbi internazionali sulle sue possibili future evoluzioni”.

Su questo terreno in Italia “dovrebbe essere resa sistematica per le grandi commesse militari o civili la costituzione di un gruppo di lavoro interministeriale alla presidenza del Consiglio dei ministri con un responsabile che garantisca una continua, ordinata ed adeguata azione di supporto governativo. In secondo luogo dovrebbero essere riformate alcune normative e regolamentazioni per rendere più veloce sia la messa a punto di una proposta complessiva, sia per renderla poi praticabile. In terzo luogo dovrebbe essere rafforzata la collaborazione fra Fincantieri e Leonardo (a bordo delle FREMM, ndr) per creare un polo della cantieristica militare italiana.