Iata, sul Covid-19 due gli scenari possibili: “E’ crisi”

Di Michela Della Maggesa

Si tratta di scenari, non di previsioni, “soggetti a mutare con l’evolversi della situazione”. E’ chiara l’associazione del trasporto aereo mondiale, Iata, nell’annunciare gli impatti che la pandemia potrebbe avere sull’industria mondiale del trasporto aereo. In particolare, le ultime analisi prevedono due scenari distinti: uno a “diffusione contenuta” e un secondo ad “ampia diffusione”. Nel primo caso, l’associazione, calcolando perdite nei ricavi passeggeri per 63 miliardi di dollari, ha tenuto conto dei Paesi che al 2 marzo scorso, hanno confermato almeno 100 casi di Covid-19. Si tratta di Cina (che da sola rappresenta un terzo), Giappone, Singapore, Corea del Sud, per la regione Asia-Pacifico; Italia, Germania, Francia per l’Europa e Iran per il Medio Oriente. Nell’ipotesi peggiore, che non tiene conto del settore cargo, le perdite per il 2020 ammonterebbero invece a 113 miliardi di dollari.

Le precedenti analisi, datate 20 febbraio -, quando si pensava che l’epidemia sarebbe stata confinata ai mercati associati alla Cina – , davano perdite per 29,3 miliardi di dollari. Da allora il Covid-19 ha raggiunto oltre 80 Paesi.“I mercati finanziari hanno reagito in maniera forte”. Afferma l’associazione. “I prezzi delle azioni delle compagnie aeree sono scesi del 25% dall’inizio dell’epidemia, circa 21 punti percentuali in più rispetto al calo registrato nel 2003 con la crisi dovuta alla SARS”. 

Il primo scenario tiene anche conto della perdita di fiducia degli altri mercati di Nord America, Asia Pacifico e Europa. In questo caso, l’Italia registrerebbe un calo del 24%, superiore a quello della Cina, 23%. Sempre lato domanda, l’Asia potrebbe assistere a un calo dell’11%, escludendo dal calcolo Cina, Giappone, Singapore e Corea del Sud; mentre l’Europa (senza Italia, Francia e Germania) del 7%. Stessa percentuale per i mercati del Medio Oriente (ad esclusione dell’Iran). A livello globale Iata vede un calo della domanda dell’11% con  impatti per 63 miliardi di dollari. 22 miliardi del totale solo per la Cina, mentre perdite per 47 miliardi sarebbero da imputare ai mercati associati con l’Asia (Cina inclusa). 

Nella seconda ipotesi, scenario ad ampia diffusione, il calo globale arriverebbe al 19% con impatti nei profitti per 113 miliardi di dollari. Da un punto di vista finanziario, questo equivarrebbe alla crisi finanziaria globale vissuta dall’industria. In questo scenario, prendendo in considerazione Austria, Francia, Italia, Germania, Olanda, Norvegia, Spagna, Svizzera, Svezia e UK, Iata calcola impatti negativi per 37,3 miliardi di dollari, pari ad un calo dei ricavi del 24%. Le stime per il resto dell’Europa vedono impatti per 6,6 miliardi di dollari (-9%). Al primo posto Australia, Cina, Giappone, Malesia, Singapore, Sud Corea, Thailandia e Vietnam, con perdite per 49,7 miliardi e un calo del 23%. Impatti per 4,9 miliardi sono previsti per Bahrain, Iraq, Kuwait, Libano e Emirati Arabi Uniti. Canada e Stati Uniti potrebbero avere, nel caso peggiore, perdite per 21,1 miliardi. 

I prezzi del petrolio – sottolinea iata – sono diminuiti in modo significativo (-$13/barile Brent) dall’inizio dell’anno. Ciò potrebbe ridurre i costi fino a 28 miliardi di dollari sul conto del carburante del 2020 (oltre a quei risparmi conseguiti a seguito della riduzione delle operazioni). La riduzione  “fornirebbe un certo sollievo, ma non attenuerebbe in modo significativo l’impatto devastante che il Covid-19 sta avendo”. Inoltre, si sottolinea, le pratiche di copertura posticiperanno questo impatto per molte compagnie aeree. 

“La svolta degli eventi a seguito di Covid-19 è quasi senza precedenti. In poco più di due mesi, le prospettive del settore in gran parte del mondo hanno preso una svolta drammatica. Non è chiaro come si svilupperà il virus, ma se vediamo l’impatto contenuto in alcuni mercati e una perdita di entrate per 63 miliardi o un impatto più ampio, per 113, questa è una crisi. Molte compagnie stanno riducendo la capacità e adottando misure di emergenza per ridurre i costi. I governi devono prendere nota. Le compagnie aeree stanno facendo del loro meglio per rimanere a galla mentre svolgono il compito vitale di collegare le economie del mondo. Serviranno correttivi. Sono tempi straordinari “, ha dichiarato Alexandre de Juniac, direttore generale e ceo della Iata.