Montenegro, tra Nato Defense College e orizzonte europeo

Di Andrea Jorma Buonfrate

A poche settimane dall’ingresso ufficiale del Montenegro all’interno dell’Alleanza Atlantica, il Nato defense college ha fatto una visita, attraverso il gruppo di studio (Senior Course 130) nella capitale Podgorica e presso la Skupstina, il Parlamento montenegrino.

Al gruppo di studio chiamato SC130 si aggiungeranno presto elementi provenienti proprio dall’ultimo entrato nella Nato, come ha assicurato il ministro della Difesa del Montenegro, Slobodan Filipovic.

Per il piccolo Paese, dalla importante valenza strategica, già membro della Partnership for Peace dal dicembre 2006, si tratta solo di un primo step, come ha spiegato il capo del dipartimento Nato e Ue nel ministero della Difesa, Alma Adrovic, ora il premier Dusko Markovic dopo aver adottato l’euro, guarda con attenzione a un possibile ingresso nell’Unione europea. Un cambio di passo strategico che separa sempre più il Montenegro dalla Russia.

Le sfide che ora attendono il Paese sono state esposte da Alma Adrovic, che, oltre a spiegare la lunga procedura attraverso la quale il Montenegro ha raggiunto questo traguardo, ha garantito che le autorità sono già pronte a lavorare fianco a fianco con tutti gli altri membri dell’Alleanza.

L’ingresso nell’Alleanza atlantica ha già comportato e comporterà ulteriormente per il Paese uno sforzo di riforme sia in ambito della sicurezza sia per ammodernare il comparto della Difesa. La modernizzazione del sistema di difesa collettiva, come ha spiegato il capo di Gabinetto della Difesa Aleksandar Pantovic, sarà messa in atto in diverse fasi. Oggi, l’apporto del Montenegro all’Alleanza in termini di risorse consta di circa 2mila soldati, una manciata di elicotteri e un budget per la difesa sui 50 milioni di euro. Lo scenario delle forze armate e delle loro capacità è destinato in futuro a mutare. Il processo di ingresso nella Nato ha inoltre arricchito le relazioni bilaterali con le istituzioni internazionali, migliorando al contempo il sistema di risposta d’emergenza del Montenegro, ha spiegato il ministro dell’Interno, Dragan Pejanovic, fungendo da volano per spingere in avanti i processi di ampie riforme.

Ultimo per ingresso ma non per i compiti da svolgere. Come gli altri membri, anche il Montenegro sarà chiamato a rispettare i parametri di budget di spesa per la Difesa previsti dal vertice del Galles. In questo ambito, secondo il membro della Commissione di Difesa e Sicurezza del Parlamento, Obrad Miso Stanisic, il Montenegro potrà raggiungere la soglia del 2% del Pil per le spese nel settore anche prima del 2020.