Il Pentagono ha annunciato che l’US Air Force investirà fino a 536 milioni di dollari per lo sviluppo del motore a razzo AR1 di Aerojet Rocketdyne (50.000 libbre di spinta) e fino a 202 milioni di dollari nel lanciatore Vulcan di United Launch Alliance (ULA), con l’obiettivo di porre fine alla dipendenza dai motori russi attualmente utilizzati per il lancio di payload destinati alla sicurezza nazionale. In particolare, i fondi destinati a ULA saranno utilizzati per sviluppare un prototipo del vettore Vulcan, equipaggiato con il motore BE-4 e per realizzare la generazione successiva dello stadio superiore ACES (Advanced Cryogenic Evolved Stage). Questi sviluppi sono stati indicati come prioritari a seguito delle passate crisi internazionali, che hanno spinto il Congresso a premere per lo sviluppo di sistemi di propulsione domestici, in grado di sostituire il motore RD-180 di fabbricazione russa (oggi usato dal razzo Atlas V) entro il 2019.
I contratti iniziali assegnati dall’USAF ammontano a 115 milioni di dollari per Aerojet Rocketdyne, mentre quelli per ULA valgono 46 milioni di dollari. Il primo AR1 sarà testato nel 2017, seguito da ulteriori campagne di prove nel 2018, in vista della certificazione, attesa per il 2019. “Le partnership pubblico-private per lo sviluppo di nuovi sistemi di propulsione sono parte integrante della nostra strategia per assicurarci l’accesso indipendente allo spazio”. Ha dichiarato il generale Samuel Greaves, comandante space and missile systems center dell’USAF. La scelta del motore a liquido BE-4 per il Vulcan, sviluppato da Blue Origin con fondi propri, era stata annunciata da ULA nel 2014. La joint venture tra Boeing e Lockheed Martin dovrebbe contribuire al programma con 134 milioni di euro. Il primo volo del lanciatore Vulcan è previsto per il 2019, mentre lo stadio superiore ACES potrebbe volare nel 2023. Il binomio Vulcan-ACES, dovrebbe aumentare del 30% la capacità di spinta del vettore rispetto ad un Delta IV Heavy, il più potente dei lanciatori americani.