Sono stati premiati questa mattina i vincitori della 12esima edizione del Premio Innovazione di Leonardo. I migliori undici progetti high tech, elaborati da dipendenti dell’ormai ex-Finmeccanica, giovani dottorandi, neolaureati e studenti universitari sono stati premiati dal ministro dell’Università, della ricerca e dell’istruzione Valeria Fedeli, dal presidente di Leonardo Giovanni De Gennaro, e dall’ad Mauro Moretti. In platea erano presenti, tra gli altri, il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Enzo Vecciarelli, il capo di Stato maggiore della Marina Valter Girardelli, il segretario generale della Difesa Carlo Magrassi insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni e della ricerca (tra cui il presidente del CNR Massimo Inguscio e i rettori dell’Università Luiss di Roma e del Politecnico di Milano, Paola Severino e Ferruccio Resta), a testimonianza della rilevanza di un appuntamento diventato ormai simbolico per tutto il sistema-Paese.
“Si tratta della prima occasione ufficiale con il nuovo nome e brand Leonardo”, ha ricordato il presidente De Gennaro sottolineando i numeri dell’iniziativa: 663 progetti presentati dai dipendenti che lavorano nei siti di tutto il mondo e 5mila contatti registrati sulla piattaforma online dedicata al Premio per i Giovani, i cui vincitori (tre nella categoria studenti e neolaureati, e tre in quella dottorandi) avranno la possibilità di usufruire di stage formativi all’interno del Gruppo Leonardo. Considerando tutte le 12 edizioni, i partecipanti sono stati ben 20mila per un totale di circa 9mila progetti. Dalla passata edizione vengono premiati anche studenti universitari e neolaureati. Si tratta “non soltanto di una novità, ma di un vero progetto di innovazione”, ha detto De Gennaro. Come Leonardo, “vogliamo essere sempre più presenti nel mondo dell’alta tecnologia – ha aggiunto -, e sempre più improntati all’etica e alla sostenibilità”. Ed è infatti stata proprio la sostenibilità, economica ma anche ambientale, il tratto comune dei progetti presentati. Tra quelli premiati, figurano una tastiera per pc in grado di autoalimentarsi reimpiegando l’energia generata dalla pressione dei tasti, robot antropomorfi capaci di eseguire le finiture di precisione nell’ultima fase di produzione dei rotori degli elicotteri, e elettrodi innovativi che permettono di decuplicare la durata delle batterie di tablet, telefonini e notebook.
“Riconoscere il talento dei giovani e dare fiducia alle loro ambizioni, perché da loro dipende il futuro di crescita per l’intero Paese”. Dovrebbe essere questo l’obiettivo del dialogo tra pubblico, privato e accademia secondo la ministra Valeria Fedeli. In tal senso, “l’investimento sulle nuove generazioni deve essere sempre più condiviso da tutta la società perché siamo tutti responsabili del mondo del quale oggi poniamo le basi e che vivremo domani”, ha aggiunto. La sfida è “unire la cultura umanistica con quella tecnologica e di innovazione; e proprio su questo ci stiamo spendendo tanto come Ministero, ad esempio con la Buona Scuola”, ha detto il vertice del Miur.
Si tratta, in altre parole, di rimuovere quello che l’ad Moretti ha definito “un grande freno culturale”. L’Italia è “uno dei pochi Paesi che soffre della distinzione tra cultura umanistica e tecnologica e in cui la seconda sembra figlia di un dio minore”, ha detto Moretti. Certamente, “con la Buona Scuola abbiamo fatto un salto importante, inserendo la scuola in un pezzo del mondo del lavoro”. Ora però, “occorre fare di più”, ha tuonato il numero uno di Leonardo. Occorre “creare le condizioni affinché il mondo dell’impresa abbia un ruolo nell’education“.
“Con il Premio Innovazione Leonardo – ha aggiunto Moretti – abbiamo ancora una volta coinvolto i giovani universitari perché è proprio in loro che risiede quell’attitudine visionaria a tratteggiare gli sviluppi futuri, che siano proiezioni lineari delle tendenze oggi in atto o che da esse prendano direzioni divergenti e imprevedibili. Favorire e valorizzare una cultura scientifica del sistema scolastico e rafforzare il dialogo tra il mondo delle imprese e quello accademico sono ulteriori elementi indispensabili che possono fare la differenza nel consolidamento della leadership tecnologica del Paese”, ha concluso l’ad.