Irene è pronta per lo spazio

Di Gianfranco Apuzzo

Si chiama Irene l’ambizioso progetto avviato, con il contributo di Asi ed Esa, da Ali (Aerospace Laboratory for Innovative Components), una giovane ma consolidata società consortile che raggruppa 18 tra Pmi e Gi tra le più interessanti del settore dell’aerospazio campano e nazionale. Si tratta di una piattaforma spaziale modulare per il rientro atmosferico che tra le principali caratteristiche, che la rendono unica nel suo genere, vanta un complesso sistema di gestione della “discesa” e di protezione. La capsula campana, in grado di riportare sulla Terra carichi utili limitati in termini di massa e volume, da orbite LEO (Low Earth Orbit), presenta una struttura a geometria variabile progettata coniugando, in maniera ottimale, materiali resistenti alle alte temperature con una struttura flessibile che, in fase di rientro, si apre come un ombrello (tecnologia “umbrella like”). In questo modo si aumenta la superficie esposta all’atmosfera rallentando la discesa (aerobrake) e proteggendo, contemporaneamente, la struttura portante con i carichi utili. Un’impostazione progettuale, questa, selezionata per rispondere all’esigenza di utilizzo di materiali “off the shelf”, ovvero già impiegati in strutture non spaziali soggette ad alti livelli di stress termo-meccanico. In particolare, lo scudo dispiegabile ad ombrello è realizzato con materiali ceramici innovativi già testati con successo all’interno del Plasma Wind Tunnel del Cira, dove un dimostratore tecnologico di Irene, in scala 4:1 è stato esposto alle esatte condizioni incontrate dai velivoli durante il rientro in atmosfera. Le ridotte dimensioni della capsula, la possibilità di recupero e la sua struttura modulare la rendono adatta ai più disparati usi, sia civili che militari. Il successo del programma è dovuto anche alla collaborazione con importanti Centri di eccellenza presenti sul territorio campano quali il Cira per gli aspetti tecnologici ed il DII (Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico II) per gli aspetti scientifici. In questi ultimi anni e intorno al progetto Irene, la società Ali è cresciuta e ha consolidato i rapporti con Asi ed Esa. Irene, sarà testata con un lancio su razzo Maxus, previsto nel 2016 dalla base di Kiruna (Svezia), ad una quota di circa 150 km. “Questo programma – spiega Giovanni Squame, Presidente di Ali – ci pone all’avanguardia nel sistema aerospaziale italiano. Con le competenze e il know-how che stiamo acquisendo, nonché con il supporto di Asi ed Esa, siamo un’eccellenza dell’industria spaziale campana e del sud”.
Recentemente il Consorzio ha sottoscritto, insieme con le società, Astro Industry, E.I.S., Euro.Soft, Foxbit, Lead Tech, S.R.S. Engineering Design, TecnoSystem Developments, il primo contratto di rete d’impresa del settore spaziale “PRIME”: Programma Innovativo per lo sviluppo di Moduli spaziali per Esperimenti tecnologici e sviluppo della piattaforma spaziale Irene e del progetto “Dronescanner”, un sistema innovativo per il monitoraggio del territorio attraverso l’utilizzo di un drone progettato dalla Eis technologies. Il consorzio è inoltre impegnato in diversi progetti di ricerca quali “Mistral”, relativo allo sviluppo di una micro-piattaforma spaziale aviolanciabile, in grado di offrire un accesso allo spazio con breve preavviso, a costi ridotti e con capacità di recupero ed infine “Cervia” che, con riferimento a strutture aeronautiche avanzate, ed in particolare a strutture in composito di un velivolo regionale da trasporto, svilupperà metodologie innovative di progettazione che consentiranno un significativo miglioramento del processo di verifica e certificazione.
 

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