Novità per l’industria aerospaziale italiana. L’Agenzia spaziale europea ha selezionato il lanciatore Vega, realizzato per il 65% a Colleferro da Avio, per il lancio del satellite ADM-Aeolus, in programma alla fine del 2017. La missione consentirà osservazioni tridimensionali dei venti, consentendo agli scienziati di migliorare i modelli matematici sul comportamento dell’atmosfera. Il risultato diretto della missione sarà una migliore qualità delle previsioni meteorologiche e della ricerca climatologica. ADM-Aelous peserà circa 1.400 kg al decollo e sarà posizionato da Vega in orbita bassa eliosincrona a 320 chilometri di altezza. “La scelta del Vega è la conferma della competitività del nostro lanciatore”. Ha detto l’amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo. Il contratto del valore di 32 milioni di euro è stato firmato ieri a Parigi da Stéphane Israël, ceo del provider di lanci Arianespace e da Josef Aschbacher, direttore dei programmi di Osservazione della Terra dell’Agenzia europea. ADM-Aeolus sarà l’undicesima missione del lanciatore Vega, che intanto si appresta a compiere la settima, con a bordo il satellite Perusat-1 e quattro spacecraft di Terra Bella (Google).
E manca davvero poco alla prima opportunità di lancio di OSIRIS-Rex (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security – Regolith Explorer), la missione della Nasa finalizzata a prelevare un campione da un asteroide e condurlo sulla Terra. Il primo tentativo di decollo della sonda è previsto infatti per le 01:05 (ora italiana) di oggi, anche se la finestra di lancio durerà 34 giorni. OSIRIS-Rex raggiungerà l’asteroide Bennu a fine 2018. Dopo aver completato una ricognizione globale, la sonda raggiungerà la superficie e raccoglierà almeno 60 grammi di materiale. Il campione farà ritorno sulla Terra nel 2023, dove verrà analizzato per caratterizzare la natura, la storia e la distribuzione dei vari minerali e di eventuali materiali organici. A guidarla nel viaggio, un sensore d’assetto italiano, l’Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio.
Durante la missione, del valore di un miliardo di dollari e parte del programma Nasa “New Frontiers”, il sensore italiano fornirà dati sulla posizione della sonda, grazie ad una mappa stellare memorizzata nel suo software, che conta oltre 3.000 stelle. Autonomous Star Tracker calcola infatti in ogni istante l’orientamento del satellite fornendo al computer di bordo le informazioni per tenerlo sulla rotta prestabilita. “Siamo orgogliosissimi di essere presenti in questa missione”, ha dichiarato ad Adnkronos, Marco Molina, cto della linea business-spazio di Leonardo. “Il nostro sensore serve a sapere come è orientata la sonda rispetto alla mappa delle stelle, le fa da bussola”.
“Rispetto alle “miniere” da scoprire sugli asteroidi – ha aggiunto Molina -, non siamo già alla corsa all’oro, siamo nella fase di missioni scientifiche, ma abbiamo sviluppato tecnologie che ci vendono svolgere un ruolo da protagonisti fin da ora”. Lo studio di Bennu aiuterà gli scienziati a comprendere l’origine del sistema solare, ma anche i rischi e le risorse provenienti dai corpi celesti che orbitano vicino alla Terra. Gli asteroidi rappresentano infatti anche una potenziale minaccia per il nostro pianeta e lo studio di Bennu permetterà di raccogliere informazioni utili a determinare con maggiore accuratezza la probabilità di collisione con la Terra. “Conoscendo la composizione di questi corpi celesti – spiega Molina alla stampa – potremo essere pronti in caso di rischi di impatti distruttivi come quello che ha cancellato i dinosauri dal nostro pianeta”. E proprio stasera è previsto un incontro ravvicinato della Terra con l”asteroide 2016 RB1 di 10 metri di diametro, che sfiorerà il nostro pianeta ad una distanza di un decimo rispetto a quella che separa la Terra dalla Luna.