L’Italia per la sicurezza dei Balcani. Il ministro Trenta al vertice in Polonia

Di michele

L’Italia sostiene i Paesi balcanici nella lotta alla corruzione e nel percorso di integrazione nell’Unione europea. Lo ha ministro della Difesa Elisabetta Trenta a Poznań, in Polonia, dove è giunta per partecipare, in rappresentanza del presidente Giuseppe Conte, al vertice del “Processo dei Balcani Occidentali”. L’obiettivo dell’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, è favorire la stabilizzazione dei Paesi dell’area, funzionale alla sicurezza dell’intero Vecchio continente. accompagnare il loro percorso verso l’integrazione europea.

IL VERTICE

E così, al vertice polacco hanno preso parte i leader dei Paesi Europei e dei Balcani occidentali, tra cui la premier britannica Teresa May, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Andrzej Duda a fare gli onori di casa. La riunione si inserisce nel cosiddetto “processo di Berlino”, iniziativa avviata dalla Germania nel 2014 con l’obiettivo di appoggiare e facilitare la prospettiva di integrazione europea dei Paesi della regione dei Balcani occidentali, un’area che per l’Italia si inserisce pienamente nel concetto di Mediterraneo allargato. Al suo arrivo, la titolare del dicastero di palazzo Baracchini, accompagnata dall’Ambasciatore d’Italia a Varsavia, Aldo Amati, è stata accolta dal presidente del Consiglio dei ministri polacco Mateusz Morawiecki.

L’INTEGRAZIONE EUROPEA

“Non vedo alcuna ragione perché non debba iniziare al più presto il processo di negoziazione per l’ingresso di Albania e Macedonia del Nord nell’Unione Europea”, ha detto il ministro Trenta. “Ce lo richiedono le comuni sfide e comuni minacce (instabilità, terrorismo, migrazioni, solo per citarne alcune) che necessitano di un approccio congiunto”. È importante ricordare, ha aggiunto, che “come in natura, gli spazi vuoti, anche quelli politico economici, vengono riempiti. Non lasciamo che altri occupino uno spazio malauguratamente lasciato vuoto dall’Europa nei Balcani. Non deludiamo i giovani dei Balcani che vedono l’integrazione europea come una meta. L’avvio dei negoziati di adesione all’Unione Europea sarà una spinta per l’Albania e per la Macedonia del Nord a continuare il processo di riforma, offrendo ai propri cittadini un obiettivo che compenserà i loro sforzi e sacrifici”.

CONTRO LA CORRUZIONE

Nel suo intervento, nel corso dell’assemblea plenaria, il ministro Trenta ha richiamato anche il problema della corruzione che era stato al centro del vertice di Trieste nel 2017 sotto la presidenza italiana e ha affermato che “la corruzione è dannosa per lo sviluppo industriale, rallenta il processo di crescita economica, altera la competizione tra le aziende e disincentiva gli investimenti e l’innovazione diminuendo l’efficienza e la produttività nello stesso tempo. Inoltre, causa una perdita di soldi pubblici in quanto distoglie risorse economiche dalla loro corretta allocazione”. E ha poi concluso che “gli effetti della corruzione penalizzano principalmente le persone più povere, una gestione più attenta ed equa delle risorse favorirebbe le classi più deboli e tutto il sistema nel suo complesso”.

I TEMI SUL TAVOLO

D’altra parte, al centro dei lavori a Poznań c’era proprio la lotta alla corruzione, inserita in un’agenda fitta che comprendeva anche il rafforzamento della cooperazione regionale nei Balcani, le riforme in materia in particolare di stato di diritto e libertà di informazione, la lotta alla criminalità organizzata, e progetti comuni di sviluppo nei settori delle infrastrutture, dei trasporti, dell’energia, del digitale e innovazione e della interconnettività. A discuterne in Polonia c’erano i capi di Stato e di governo dei Paesi balcanici: Serbia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Kosovo e Albania. Davanti a loro, diversi leader dell’Unione europea.

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