L'Italia al centro della politica europea di sicurezza e difesa, se ne parla al Casd

Di Michela Della Maggesa

È stato inaugurato questa mattina, l’anno accademico 2014-2015 del Centro Alti Studi per la Difesa. Alla cerimonia, che è stata aperta dal saluto del predidente del Casd, ammiraglio Rinaldo Veri, hanno partecipato tra gli altri, il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, il capo di staot maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e il presidente di Finmeccanica, Gianni De Gennaro, che per l’occasione ha tenuto una Lectio Magistralis. “Negli ultimi anni – ha detto il sottosegretario Alfano -, i Paesi dell’Unione hanno allentato il contatto con la dimensione della sicurezza, quasi fosse divenuta superflua o acquisita. A scuoterci dal torpore sono state le crisi in Ucraina, in Libia, in Siria e in Iraq, la cui rapida evoluzione ha preso in contropiede la comunità internazionale”. “E’ emersa, dunque, la necessità di assegnare nuova priorità ai problemi di sicurezza, ben consapevoli, però, che alla realizzazione di un quadro di sicurezza comune debbano concorrere equamente tutti gli Stati dell’Unione. Insieme possiamo raggiungere grandi risultati se si riuscirà a valorizzare le affinità e a superare le diversità”. Alfano ha sottolineato il fatto che la crisi economica ha prodotto un’inevitabile tendenza dei singoli Stati a richiudersi, privilegiando spesso soluzioni nazionali, anziché europee. In ambito europeo, spiega Alfano, l’Italia ha dato un contributo importante. “Nella direzione della progressiva convergenza degli strumenti militari dei Paesi dell’Unione, sono state avviate e realizzate sinergie in tema di certificazione comunitaria dei sistemi militari, accordi quadro per le attività addestrative, armonizzazione dei processi di pianificazione, sviluppo di procedure operative standardizzate, messa a sistema delle informazioni e delle situazioni operative”. “L’Italia – ha spiegato – ha messo a disposizione la propria esperienza nel campo dell’impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto e, in tale prospettiva, supporterà la costituzione di un centro europeo di formazione ed addestramento in Italia. Nella stessa direzione va letto il processo di integrazione tra Eserciti avviato con la costituzione della Multinational Land Force (MLA), che vede partner Italia, Ungheria e Slovenia, e che in futuro vedrà anche la costituzione di una compagine italo-francese di soldati di montagna”. Infine un accenno al Libro Bianco che nascerà, ha detto Alfano, “già proiettato in una dimensione europea e internazionale”.
Attenzione particolare ai mutati scenari è stata data dal presidente di Finmeccanica che nel suo intervento ha spiegato come oggi “lo scenario si è complicato enormemente” e che “il bisogno di sicurezza diventa fondamentale ma anche più difficile da perseguire”. Ad titolo di esempio, De gennaro ha portato un rapporto statunitense, redatto a giugno, in cui si afferma che la recente acquisizione da parte di Google di Boston Dynamics (un’organizzazione finanziata dalla Darpa), che sviluppa alcuni dei robot più innovativi al mondo, ha dato al Pentagono un avvertimento inquietante: il baricentro della ricerca più avanzata con applicazioni militari si sta spostando rapidamente dall’establishment della difesa verso aziende commerciali relativamente nuove con molto denaro da investire. “Questo – ha detto – è solo un esempio di una tendenza più generale, ove aziende commerciali e internazionali stanno assumendo il comando in quello che finora era dominio tecnologico del dipartimento della Difesa”. Questi cambiamenti impongono a molti: amministrazione pubblica, forze armate, centri di ricerca e industria “una presa di coscienza e una capacità di adattamento alle nuove situazioni”. “L’amministrazione della Difesa avrà sempre più bisogno di accedere a tecnologie che nascono sia in ambienti militari che in ambienti civili”, ha proseguito De Gennaro, “cercando di superare le difficoltà laddove i processi di acquisizione spesso implicano pesanti procedure burocratiche e la rinuncia alla proprietà intellettuale”, fattore questo che spesso scoraggia le aziende commerciali ad avvicinare il mondo della difesa. Altra difficoltà sono le perplessità da parte delle aziende commerciali ad associarsi a programmi militari per motivi di “reputazione”.
“Questo nuovo equilibrio tra mondo commerciale e mondo della difesa, e il rarefarsi dei confini tra i due, vuol dire che nuovi attori industriali entreranno in campo portando con sé nuove soluzioni tecnologiche, ma anche nuovi modelli organizzativi e gestionali, che potranno essere di beneficio agli attori tradizionali pubblici e privati”. La sicurezza, come tema-Paese e come tema dell’industria del Paese, “diventa centrale come mai prima d’ora. La classe dirigente – conclude De Gennaro -, deve prendere atto che la sicurezza fa parte di un processo produttivo vero e proprio, che si avvia a rappresentare la parte più moderna e tecnologicamente più avanzata di ogni Paese che vuole avere un ruolo da protagonista in un mondo globalizzato”. “La formazione è il migliore investimento – ha dichiarato il capo di stato maggiore della Difesa – per le sfide globali che ci attendono, così come la cosidetta contaminazione culturale. Oggi tutto è in discussione, comprese le minacce ibride e asimmetriche, che andranno ben oltre. Stiamo vedendo un califfato che ci minaccia con dinamiche sociali, statuali e con un potenziale militare ben strutturato”. “I nostri nemici utilizzano teciche mediatiche ed una forza militare a pieno titolo che sa sfruttare le nostre vulnerabilità”. “Bisogna stare attenti – ha spiegato Binelli Mantelli – nonostante la crisi economica. Per coniugare le nostre esigenze di sicurezza, non dobbiamo dipsperdere l’interoperabilità acqusita a livello europeo e Nato e investire in addestramento con quanto risparmiato”. Le capacità acquisite spiega il capo di SMD vanno mantenute bilanciandole con quelle dei Paesi alleati.