Il Cai Hong-5 è già stato definito dalla stampa cinese come il “il drone da combattimento più grande e potente del mondo”. L’uav (unmanned aerial vehicle) ha fatto il suo debutto nel corso dell’air show di Zhuhai, salone che sta riunendo nei pressi di Hong Kong tutte le tecnologie di punta dell’aeronautica cinese e non solo. Il CH-5 è sicuramente molto grande, con un’apertura alare di 21 metri, il doppio rispetto al fratello minore CH-4. Per quanto riguarda le performance di volo, non ci sono ancora dati ufficiali, ma secondo le indiscrezioni ampiamente circolate sulla stampa internazionale, il drone ha un’autonomia di 60 ore, un range massimo di 6.500 chilometri e la capacità di operare a un altitudine superiore ai 10 km. Nei piani dei progettisti, come riporta AsiaOne, ci sarebbe una configurazione che permetterebbe al drone di raggiungere presto un’autonomia di 120 ore e un range di 10mila km. Lo ha affermato, nel corso della presentazione a Zhuhai, il capo progettista della famiglia CH Shi Wen. Secondo quanto avrebbe il chief designer, il CH-5 sarà in grado di trasportare un equipaggiamento di 1.000 kg e fino a 24 missili aria-terra.
Inevitabile il confronto con lo statunitense Reaper MQ-9. Secondo alcuni, come DifesaOnline, il CH-5 è una copia perfetta del Reaper americano. Secondo Shi, invece, il drone cinese è “in grado di eseguire tutte le operazioni del Reaper MQ-9 ma è migliore del velivolo statunitense per quanto riguarda la durata del volo e l’efficienza operativa”. Il Reaper, in servizio dal 2007, ha infatti un’apertura alare di 20 metri ma un’autonomia di 27 ore. Secondo le autorità cinesi, le migliori performance del CH-5 si devono alla migliore ingegneria fuel-efficient di cui dispone. “Un altro vantaggio del CH-5 – ha aggiunto Shi – è che può essere usato insieme ai suoi predecessori, il CH-3 e il CH-4, data la condivisione degli stessi sistemi di controllo e collegamento dati. Perciò è molto semplice per gli attuali utenti del CH-3 e del Ch-4 introdurre e integrare il CH-5 nella propria rete di droni aerei”. L’altra differenza con l’apr statunitense sta nell’esportazione del drone cinese, su cui Pechino punta molto per estendere il proprio export militare e rafforzare la propria rete di alleanze. La Cina sarebbe infatti disposta a trasferire ai clienti del drone anche la licenza tecnologica per produrlo, cosa a cui Washington non è difatti mai stata disposta. “Molti Paesi hanno espresso l’intenzione di acquistare il CH-5”, ha detto Shi. D’altronde, il CH-4, anch’esso sviluppato dall’Azienda di tecnologia e scienze aerospaziali cinese, è stato esportato in almeno 10 Paesi, e attualmente usato da Iraq, Nigeria e Egitto in versione ricognizione o attacco.