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Le motivazioni del nuovo Libro bianco della Difesa sono intimamente legate al dibattito sull’identità della Germania del periodo post-Guerra fredda. Il lungo periodo di crescita economica e stabilità ha generato un dividendo di pace, che ha alimentato posizioni contrarie a un impegno deciso anche attraverso lo strumento militare. Nel frattempo, l’Unione europea non è riuscita a trovare un bilanciato equilibrio tra soft e hard power, necessario per i propri interessi strategici. La prima prova di una strategia mancata è stata la Primavera araba, che ha ricordato all’Europa la priorità di uno “stabile anello di Stati ben governati” nel proprio vicinato.

La Germania aveva previsto che la fragilità di quei Paesi avrebbe condotto a enormi flussi di rifugiati, e poi che l’annessione russa della Crimea e la destabilizzazione dell’Ucraina sarebbero state uno shock per la sicurezza. La capacità europea di agire all’esterno era in discussione. Ciò ha condotto a ripensare la strategia tedesca attraverso un processo inclusivo. La comunità scientifica, la società civile, i think tank e i partner Ue e Nato sono stati coinvolti nella stesura di un documento comprensivo, che contiene i maggiori sviluppi di politica internazionale, le sfide che emergono dalla transizione di potenza e dalla fragilità statuale, e il bisogno di aggiustare le capacità civili e militari per permettere alla Germania di assolvere gli obblighi derivanti da Ue, Nato, Onu e Osce. Da qui, il passaggio dal concetto di partner affidabile al ruolo di attore-guida, driver di crisis management con contributi sostanziali alle missioni di stabilizzazione internazionale.

Quando nel 2014 il governo federale ha deciso di inviare armi ai Peshmerga impegnati contro il Daesh, tale transizione fu evidente. Nello stesso anno, il Processo di revisione dell’Ufficio federale estero ha fissato le risorse per la risposta e la prevenzione di crisi. A livello parlamentare, una commissione ha proposto un più efficiente impegno militare attraverso il coinvolgimento maggiore del governo su alleanze e integrazioni, e il controllo del Parlamento in un dibattito annuale. Ciò ha consentito di responsabilizzare l’esecutivo, e di stimolare una più profonda applicazione del comprehensive approach. Il Libro bianco è parte vitale di questo ampio tentativo di allineare le politiche di tutti i dipartimenti coinvolti. La sfida maggiore sarà trascendere tali sforzi per una forza comune Ue e Nato, a sostegno dell’Onu. Difatti, il documento ha voluto affrontare gli effetti di un sistema internazionale globalizzato e connesso, contraddistinto dal crescente ruolo di attori non statali, dalla malagestione economica e dai sistemi politici non sostenibili di diversi Stati in via di sviluppo. Conflitti etnici e religiosi, terrorismo e insicurezza sociale, per lo più concentrati nella periferia sud, richiedono risposte condivise e strumenti comuni. Sul fianco orientale, la Russia ha cambiato il proprio status: da partner strategico è diventato un security challenger, che non esita a usare strumenti militari per obiettivi geopolitici.

La Germania ha l’obbligo di contribuire alla capacità dell’Europa di agire puntualmente ed efficacemente nella prevenzione di tali conflitti. Perciò, la collaborazione nell’Ue e nella Nato per sinergie e potenziamenti della resilienza collettiva è uno dei pilastri della nuova strategia di sicurezza tedesca, e uno dei maggiori obiettivi per la futura unione politica dell’Ue. Dalla prospettiva tedesca, la sicurezza e le capacità di difesa dell’Europa devono essere in perfetta complementarietà con gli sforzi Nato tesi alla protezione del continente contro le aggressioni esterne. Strutture permanenti dovrebbero ridurre le tempistiche legate alla coordinazione tra Stati membri e condurre a una più coerente pianificazione strategica delle missioni Ue. Un più profondo intreccio delle risorse Nato e Ue per le missioni nel Mediterraneo dipende dall’affidabilità europea. La Germania vuole così approfondire la cooperazione multinazionale, accrescere l’interoperabilità e fornire una base sostenibile per missioni europee efficaci e affidabili in ambito Nato.

Per queste ragioni, il Libro bianco è sincronizzato con la Global strategy dell’Ue per la politica estera e di sicurezza. L’importanza della politica estera dell’Unione crescerà. Consapevole di questo, la Germania ha definito priorità e assegnato strumenti tesi a soddisfare interessi comuni di sicurezza. Certo, ciò richiede una cooperazione fiduciosa e proficua anche con i partner regionali e con il vicinato. Tale suggestione rappresenta un segnale per i partner dell’Ue e per i Paesi confinanti che si sentono eccessivamente colpiti dagli effetti dell’instabilità regionale. La sicurezza interna e il benessere dell’Ue dipenderanno dall’attività comune nelle regioni vicine. La Germania lavorerà per una cooperazione avanzata nelle questioni di sicurezza e nelle comuni attività estere.

Roderich Kiesewetter è parlamentare Cdu, rappresentante per la politica estera e tra i promotori del Libro Bianco tedesco. Questo articolo è tratto dal numero di luglio-agosto di Airpress.